Una gita in funicolare a Penang Hill

L’immagine di questo post può trarre in inganno. Sembra quasi che il trenino stia precipitando a velocità folle verso il basso, favorito dall’estrema pendenza del percorso. Niente di più falso. Quel trenino è la funicolare della Penang Hill, la collina che sovrasta la città omonima, e posso assicurare che sta viaggiando ad una velocità estremamente ridotta. Inoltre, la pendenza è più che compensata, all’interno, dalla disposizione delle pedane e dei sedili, studiati apposta per restare in piano sia all’andata (in salita) che al ritorno (in discesa).

La funicolare di Penang si inerpica lungo le pendici della collina omonima e permette di raggiungere un belvedere piuttosto ampio che domina la città e il mare sottostante. Nelle giornate più limpide è possibile ammirare le coste della Thailandia, da una parte, e l’isola di Langkawi dall’altra. La collina è completamente immersa in una foresta pluviale dalle dimensioni impressionanti ed offre rifugio a innumerevoli varietà di animali, tra cui alcuni presbiti dagli occhiali. I suoi giardini ben curati sono il luogo ideale dove passeggiare relativamente al riparo dal calore infernale che flagella la città.

Per queste e altre ragioni (ci sono anche una moschea e un tempio indù), la collina di Penang è il luogo ideale dove trascorrere mezza giornata di puro dolce far niente. Ma questa è proprio la principale occupazione dei malesi locali, specie nei weekend: sembra quasi che andare lassù sia la cosa più divertente da fare in assoluto a Penang e dintorni. E nessuno sembra abbia intenzione di rinunciarci. La collina viene pertanto letteralmente presa d’assalto da uomini donne e bambini di ogni etnia e colore, che si riversano dentro la funicolare ad ondate crescenti e costanti e ne rendono quasi impraticabile l’accesso.

Nel 2009 i vagoni della funicolare non avevano molti posti a sedere. In pratica chi entrava per primo si sedeva subito ma in pochi secondi si vedeva precludere ogni possibilità di ammirare il paesaggio circostante. La folla che restava in piedi era così numerosa da costituire una sorta di muro impenetrabile. Il consiglio, quindi, è di non cercare in tutti i modi di trovare un sedile libero: la vista che si gode restando in piedi, possibilmente accanto a un finestrino, non ha prezzo (come d’altrone si evince dall’espressione soddisfatta dei nostri compagni di viaggio Stefania e Massimiliano).

Giunti in cima non resta altro da fare che cercare qualche scorcio particolarmente pittoresco dove scattare foto e selfie. Le meraviglie da immortalare, del resto, sono innumerevoli e per tutti i gusti. A cominciare dagli scorci panoramici, alcuni davvero notevoli. La vista più spettacolare è quella che si estende sulla città di Penang e oltre l’isola, sulla terraferma. A volte si è in grado di scorgere anche la Thailandia.

Un’altra area piacevole è il giardino che circonda i due templi. Per chi è un appassionato di botanica è il posto giusto dove ammirare quasi tutte le piante presenti in questa parte del mondo. Si rimane sbigottiti da quante specie di orchidee, allo stato selvatico, sono presenti un po’ dappertutto. E dalla varietà e quantità di alberi ad alto fusto presenti: dai baniani ai ficus ai giganteschi manghi. Fra le fronde di alcuni degli alberi più grandi è inoltre possibile scorgere numerose famiglie di scimmie, in massima parte macachi, ma anche una specie particolarmente rara come il presbite dagli occhiali. Per gli appassionati è questo probabilmente l’incontro più emozionante; posso assicurare che è facilissimo scorgerli tra le chiome degli alberi mentre si nutrono o saltano da un ramo all’altro. Altra questione è poterli fotografare. Io ci ho provato più volte, ma tutto ciò che ho ottenuto sono state immagini mosse o fuori fuoco. Consiglio vivamente un teleobiettivo.

La costruzione che attira di più la curiosità è senza dubbio il tempio indù. Un edificio, coloratissimo, all’apparenza piuttosto pacchiano, incredibilmente affollato di immagini di uomini e animali tipici della mitologia indiana. Tutto l’opposto della relativamente modesta moschea che sorge poco distante. L’apparenza, però, inganna: il tempio Sri Aruloli Thirumurugan è uno dei più antichi templi indù di Penang, ed è stato eretto nel 1880 dai sepoy indiani, arrivati qui al seguito dei colonizzatori inglesi.

La presenza di questo tempio accanto alla moschea è un indizio ulteriore, semmai ce ne fosse bisogno, del grado di civiltà religiosa raggiunto dalla Malesia.

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