Scarafaggi a Bangkok, un incontro inevitabile e traumatico…

Parafrasando un celebre motto attribuito ad un colonnello americano, “L’unico scarafaggio buono è lo scarafaggio morto!”. Questa frase, densa di significati sinistri e inquetanti, si può adattare perfettamente all’argomento di cui tratto in questo articolo: l’incontro con gli scarafaggi a Bangkok. Un evento che avviene sempre, è inevitabile, anzi sarebbe buona norma prepararsi per tempo, in modo da ridurne l’impatto traumatico.

Mi accingo ad affrontare questo tema, ritenuto da molti imbarazzante, perché sono consapevole che una delle impressioni negative che Bangkok può comunicare – tale da guastare definitivamente il giudizio dei turisti – è la presenza quasi capillare di questi disgustosi blattoidei (suggerimento di Cristina!). Presenti dappertutto in due varianti ben distinte: o vivi, guizzanti nei nostri bagni o nelle vie meno illuminate; o morti, preferibilmente cotti, possibilmente fritti, offerti – come si vede nella foto – come snacks ai passanti.

Gli scarafaggi a Bangkok sono una specie di istituzione. Sono milioni e sembra che il loro numero cresca ad ogni giorno di visita. Alzi la mano chi non ne ha visto almeno uno, anche a distanza di sicurezza! Del resto, anche Roma, da questo punto di vista, non ha nulla da invidiare alle metropoli asiatiche, è vero, ma a Bangkok l’impressione è diversa, più traumatica e sconvolgente, se vogliamo. Lo scarafaggio è il tuo vero nemico pubblico numero uno. Lo puoi incrociare per strada, più volte al giorno, e ci fai l’abitudine ben presto. D’altronde, di giorno non c’è competizione: lo scarafaggio si affretta a togliersi dai piedi, guizza via impaurito e si toglie da solo dalla nostra vista.

Ma è di notte che il rapporto di forza si rovescia! Complice l’oscurità o l’insufficiente illuminazione, gli insetti iniziano a prendere possesso delle strade, dei viottoli, dei marciapiedi, di qualsiasi superficie siano in grado di percorrere. Questa volta l’incontro non si risolve più, come di giorno, con la fuga precipitosa dell’insetto. No, adesso la città è stata invasa e non c’è più scampo per l’ignaro turista. Se qualche ora prima l’incontro era fugace, occasionale, e quasi sempre si concludeva in un nulla di fatto, adesso il numero di scarafaggi è sensibilmente maggiore e non sempre è possibile indurli alla fuga.

Basta sfiorare un foglio di carta oleosa e ne fuoriescono improvvisamente nugoli di insetti più infastiditi che impauriti. Avvicinarsi appena a un mucchio di spazzatura è assolutamente sconsigliato, sopratutto ai deboli di cuore. In un attimo sbucano fuori centinaia di esseri bruni, allungati, dalle zampe pelose e uncinate, che si spargono dappertutto con una velocità inaudita. La concentrazione più grande si trova nei pressi dei mercati, naturalmente. E’ qui che il dominio degli scarafaggi è praticamente incontrastato, e  continua senza pausa fino alla mattina dopo, quando l’uomo torna a riprendere possesso del luogo.

L’abitante di Bangkok ormai convive senza problemi con questo vicino subdolo e stomachevole. A dire il vero, ha imparato in qualche modo a sfruttarne la presenza, visto che da sempre se lo mangia. Il banchetto della foto è un esempio non isolato dell’uso edibile della blatta di Bangkok. Che bisogna dire, in tutta onestà, si presta bene ad essere trattata come cibo, essendo di una tipologia piuttosto grande e – probabilmente – polposa. La varietà più venduta è quella che presenta un robusto esoscheletro composto dalle ali ormai atrofizzate. Pare che il consumo consista nel mangiare la parte interna e succhiare quella più dura come si farebbe con le chele di un granchio. Disgustoso a dir poco!

Esiste inoltre un altro utilizzo, se vogliamo ancor più orripilante e subdolo, perché si compie all’interno di alcuni ristoranti specializzati. Esistono piatti tipici di Bangkok che vengono conditi espressamente con il “succo di scarafaggio”. Gli chef si procurano la “materia prima” con brevi raid al mercato più vicino, di mattina presto. Poi mettono a marinare le blatte in un misto di spezie e salsa di soia finché gli insetti non si asciugano completamente. Il succo ricavato da questa operazione viene allegramente aggiunto ad alcuni piatti, come insalate di papaya e gamberi, per insaporirle. Sembra che rendano le ricette ancora più gustose e per questo tali piatti sono molto ricercati.

Siete dunque avvisati…

 

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