Muoversi a Jakarta

Jakarta è la più popolosa città del sud est asiatico, e questo si sapeva. Rispetto alle altre capitali, simili per densità abitativa e struttura urbana, presenta un grande handicap: non possiede una metropolitana.

E’ il principale disagio che il turista prova appena decide di muoversi all’interno di questa tentacolare metropoli. Malgrado sia animato dalle migliori intenzioni e da tutta la pazienza del mondo. E’ vero, ci sono i taxi. Quelli della BlueBird, in sostanza gli unici con tassametro, sono dappertutto e costano poco. Stazionano davanti agli alberghi e girano continuamente per le vie, quindi non è un problema prenderne uno. Il loro unico difetto è che percorrono le stesse strade trafficatissime e intasate su cui transitano tutti gli altri mezzi a motore di Jakarta; quindi si vanno a ficcare negli stessi ingorghi, si incanalano nelle stesse lunghissime code, si muovono a passo d’uomo come tutte le altre auto.

Il vantaggio di pagare poco viene quasi totalmente annullato dalla lunga permanenza in un abitacolo in cui, il più delle volte, la temperatura è vicina allo zero e l’unica risorsa che rimane è appigliarsi alla pazienza. I taxi non sono dunque un mezzo ideale per affrontare gli spostamenti in città.

Esiste un mezzo alternativo, piuttosto utilizzato dai locali, che è il bus urbano. Quelli della TransJakarta percorrono delle vie privilegiate, in ambo i sensi di marcia, e pertanto riescono a muoversi più velocemente all’interno della città. Si prendono da piccole stazioncine sopraelevate, dislocate lungo la via, provviste di tornelli e aree di attesa, a volte con l’aria condizionata. Il biglietto si acquista direttamente all’interno del veicolo.

I bus stessi presentano una particolarità: le entrate ed uscite sono disposte molto più in alto rispetto ai nostri autobus, almeno 30 cm in più, e combaciano perfettamente con il livello a cui sono collocate le rampe di ingresso delle fermate. E’ come se fossero state progettati per muoversi su strade che potrebbero essere invase dalle acque, magari durante qualche inondazione…

I bus all’interno sono moderni, con aria condizionata al massimo, come al solito, e formalmente dovrebbero essere divisi in due zone distinte: davanti per le donne, dietro per gli uomini. Dico dovrebbero perché ci è capitato di vedere donne e uomini stazionare nelle altrui aree di competenza senza minimamente interessarsi di questa regola. Soprattutto le coppiette di fidanzati, spesso giovanissimi, non importa se lei era velata o meno, si andavano a sedere dove gli pareva, in barba a un divieto che evidentemente era visto come un retaggio di un periodo a cui nessuno faceva più riferimento.

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