Scoprire che un luogo, ritenuto idilliaco, non corrisponde affatto alle aspettative, è la delusione più cocente che si possa provare. Ci sono posti, infatti, che rappresentano le tappe simbolo, imprescindibili, di tutto il viaggio. Vengono perfino inserite ai primi posti dell’itinerario, tanto da sacrificare altre escursioni, ritenute meno importanti. Per alcuni, sono i trofei da esibire nei resoconti di viaggio e di cui vantarsi con gli amici.
Immaginate quindi cosa significa trovarsi di fronte una realtà che è completamente diversa da quanto ci si aspettava. E’ ciò che è successo a noi – o meglio, ad essere precisi, ai miei amici Daniela e Sergio – quando siamo andati a visitare la spiaggia più famosa di Bali, ovvero Labuan Sait. Da due giorni giravamo come forsennati in lungo e largo per l’isola, senza quasi mai fermarci neppure per prendere fiato. I nostri amici agognavano da tempo un momento di relax, che secondo la loro visione di relax corrispondeva ad una mezza giornata in spiaggia. Avevano preso informazioni da conoscenti e tutti, senza alcuna eccezione, avevano indicato Labuan Sait come la più bella spiaggia di Bali. Ed è lì che ci siamo diretti senza indugio per trascorrere un po’ di tempo al mare.
Questa immagine è ciò che i tour operator mostrano di Labuan Sait. Un luogo da sogno, spiaggia bianca, mare cristallino, silenzio assoluto, volo di gabbiani… L’immagine idilliaca di una spiaggia tropicale. Ciò a cui ogni turista medio occidentale anela più di ogni altra cosa nel corso dei suoi viaggi. Non è esattamente così, come testimonia l’immagine che ho scelto come copertina di questo articolo. Ma andiamo per gradi. Descrivo come si sono svolti i fatti.
Arrivati nei pressi dell’ingresso alla spiaggia, ci ha accolti un cartello piuttosto inquietante. Era l’indicazione della via di fuga in caso di Tzunami. Il che ci ha lasciati perlomeno dubbiosi, visto che la zona in cui ci trovavano si collocava molto al di sopra della spiaggia. Abbiamo quindi scoperto perché Labuan Sait viene chiamata “La perla nascosta di Bali”. In effetti, dalla piattaforma di ingresso, la spiaggia non si vede neppure. Per raggiungerla occorre infilarsi in uno stretto corridoio, ricavato tra le rocce, che scende giù per parecchie decine di metri.
La discesa non è difficile, ma viene resa faticosa dalla quantità di persone che la percorrono, in un verso e nell’altro. In alcuni punti il corridoio si riduce a poco più di un metro di larghezza, e bisogna concordare i turni di passaggio con chi viene dalla parte opposta.
Cosa decisamente problematica quando incroci intere comitive di turisti che non ne vogliono sapere di cedere il passo, anche per pochi secondi. Quando ciò accade si creano degli intasamenti che rallentano la discesa (e la salita), scoraggiano dal proseguire, inducono a pensare di aver fatto una fesseria a infilarsi in quel budello angusto e senza vie d’uscita. Inoltre, pensando a quel cartello sullo Tzunami, rendono ancora più evidente quanto possa essere pericolosa la situazione in caso di maremoto.
Una volta giunti a destinazione, ecco il colpo finale a tutte le più rosee aspirazioni: la spiaggia di Labuan Sait si mostra nella sua attuale, prosaica, realtà. E’ una spiaggia affollatissima, occupata in ogni suo centimetro libero da orde di bagnanti, quasi tutti stranieri, come una qualsiasi località di mare della Riviera Romagnola. In certe ore del giorno non si trova letteralmente neppure uno spazio ove collocare l’asciugamano. Ai lati, vicino alle scogliere, si vedono file di ombrelloni e una serie quasi ininterrotta di casupole di legno. E’ laggiù che si affittano le tavole da surf e dove – volendo – è possibile prendere lezioni.
Sì, perché la famosa spiaggia di Labuan Sait, in sostanza, è una località dove praticare il surf. La sua dispozione, un triangolo di sabbia tra due pareti di roccia, agevola la formazione di onde in quasi ogni periodo dell’anno. Non si tratta di onde da Guinness dei primati, ovviamente, ma ciò che basta a poter surfare per qualche decina di metri senza alcun rischio. Escludendo quello di travolgere altri bagnanti, data l’esiguità di spazio a disposizione.
Ad ogni modo, la spiaggia viene invasa in gran parte da turisti che con il surf non hanno niente a che vedere. Labuan Sait è semplicemente un luogo da visitare ad ogni costo, perché è famoso, perché tutti ne parlano, perché i miei amici ci sono stati e io non posso esimermi dal farlo. E pazienza se sono costretto a condividere il mio spazio vitale con un grassone australiano o rischiare di essere travolto da una tavola da surf impazzita. L’importante è esserci, aver timbrato il cartellino delle località visitate, per poter poi dire a mia volta: ci sono stato ma non ne valeva la pena!