Puntare sulla Malesia come destinazione unica di viaggio può sembrare un azzardo. In fin dei conti possiede più o meno le stesse attrazioni di paesi vicini e ben più celebri. Spiagge, mare, città storiche, natura incontaminata (o quasi)… cosa c’è di diverso rispetto a luoghi analoghi in Thailandia? Perché andare in Malesia, allora?
La prima ragione su cui mi soffermerei è la più banale: perché no? In definitiva si tratta di un paese ben collegato con il resto del mondo, quindi raggiungibile agevolmente. E’ vero, condivide con la vicina Thailandia molte bellezze (e bruttezze) naturali. Molte città sembrano uguali, così come i suoi templi, o il caos dei suoi mercati… Ma posso assicurare che non è la stessa cosa. Per certi versi conserva ancora quel mistero, quella genuinità primigenia che la Thailandia ha perso da tempo. In alcuni luoghi remoti è possibile trovare l’atmosfera e il fascino che caratterizzava una volta il paese del sorriso.
Detto questo, bisogna anche dire che la Malesia è un paese moderno, in molti casi sorprendentemente moderno. Le sue infrastrutture, per esempio, sono in gran parte le più efficienti di tutta l’area. La linea ferroviaria, retaggio del lungo dominio britannico, funziona perfettamente ed è abbastanza capillare – morfologia del territorio permettendo. Ponti, autostrade, strade provinciali, linee marittime… non c’è proprio niente che non funzioni alla perfezione. Da questo punto di vista, quindi, è un paese facilmente visitabile da qualsiasi turista.
La sua capitale, l’enorme e tentacolare Kuala Lumpur, è una città che si potrebbe addirittura definire bella, per quanto sia difficile pensarlo. Lo skyline urbano non ha nulla da invidiare a quelli di Hong Kong, Bangkok o Singapore. Anzi, è proprio con quest’ultima che negli ultimi anni è iniziata una competizione forsennata a chi costruisce di più e meglio; una conseguenza della annosa rivalità tra i due paesi, nata all’indomani della proclamazione di indipendenza della città-stato asiatica. Evento peraltro che la Malesia non ha mai mandato del tutto giù. Da quel momento l’ossessione di tutto il paese è stato uno solo: raggiungere e – possibilmente – superare l’odiata rivale in termini di strutture, qualità della vita, cura dell’ambiente, reddito pro-capite, ecc..
In fin dei conti, è grazie a questa costante e rabbiosa rivalità che la Malesia oggi è un paese così ben organizzato e vivibile. Dicevamo di Kuala Lumpur, per fare un esempio. Grande poco meno di Bangkok ma immensamente meno caotica e sopratutto più pulita. Anche le sue zone a più alta concetrazione umana, come Chinatown e il quartiere indiano, sono un modello di ordine, efficienza e pulizia da fare invidia anche a qualche capitale europea. Nel mercato notturno, quello in cui, qualche tempo fa, si trovavano le repliche degli orologi meglio realizzate di tutta l’Asia, è possibile persino sedersi a qualche bar e godersi serata e struscio; oppure mangiare in un ristorante di un certo livello senza timore di essere avvelenati.
La bilancia protende decisamente a favore della Malesia anche quando si parla dei parchi naturali. Il numero di riserve esistente tra la penisola e l’isola del Borneo è notevole, non proprio da paese del terzo mondo. Rispetto alla Thailandia, inoltre, la qualità di questi luoghi è decisamente migliore. Molte riserve che ho visitato, infatti, erano tenute in maniera impeccabile. I servizi sempre presenti e capillari; l’organizzazione delle visite puntuale e interessante; il costo decisamente contenuto. A ciò va aggiunto che molte riserve hanno un servizio Informazioni a livello americano, perché non solo forniscono suggerimenti e mappe per muoversi all’interno, ma a volte offrono pure punti ristoro e perfino zone in cui pernottare.
Entrare in uno di queste riserve è una delle esperienze che occorre assolutamente fare, se si va in Malesia. Ogni percorso è segnalato adeguatamente sia sul terreno che sulla mappa. Perdersi è impensabile, anche se ci troviamo nel Borneo a 100 km dalla città più vicina. Dove i passaggi si fanno difficili, ecco che è possibile usufruire di passerelle sopraelevate, in legno, solide e sempre asciutte. Una escursione al Taman Negara, il più grande parco malese, diventa così quasi una semplice passeggiata nel bosco…
Il mare, come è naturale pensare, non ha nulla da invidiare a quello thailandese. Del resto si tratta dello stesso mare, sia da una parte (Mar delle Andamane) che dall’altra (Golfo del Siam). Isole come Lagkawi e Penang, a ovest, rivaleggiano con le vicine località turistiche thailandesi. Le isole interne, a est, sono per molti versi più belle e interessanti di quelle, situate più a nord, appartenenti alla Thailandia. Fra queste io consiglio spassionatamente le isole Perenthian. Un paradiso tropicale come non è possibile immaginare nemmeno nei nostri sogni più spericolati! Un mare stupendo, con una barriera corallina praticamente a ridosso del bagnasciuga. Un interno collinare, dominato da una fitta foresta pluviale ricca di animali (specie scimmie e pipistrelli). Una vita semplice, condotta a stretto contatto con i pescatori del luogo che ogni sera, sulla spiaggia, organizzano falò e grigliate di pesce freschissimo per i turisti.
Per questi motivi, pur amando senza riserve la Thailandia, devo riconoscere che la Malesia è un luogo che vale la pena visitare e, possibilmente, restarci a lungo.