La genesi di questo viaggio si perde nel passato più remoto. Risale addirittura ai primi anni Duemila, quando la voglia di vedere l’Oriente divenne quasi un’ossessione. E prima ancora che la Thailandia, classica meta iniziale di un viaggio in Indocina, l’idea di visitare il Vietnam mi aveva sfiorato parecchie volte il cervello. Quella lontanissima terra, fra tutte, sembrava quasi la più familiare. Sarà forse per la sua storia travagliata o per la quantità industriale di film che ho visto in gioventù… non so, la verità era che mi attirava maggiornamente rispetto a mete più “classiche”.
Tirato in ballo ogni anno, e sempre rimesso nel cassetto dei desideri, il Vietnam quest’anno diviene finalmente la destinazione certa del nostro viaggio estivo. Il tira e molla è finito. D’altronde anche mia moglie Paola, fedelissima compagna di viaggio ma al contempo piuttosto scettica su questa meta, non ha potuto fare altro che rassegnarsi. Malgrado le sue riserve, ha dovuto convenire che da quelle parti non c’è restato più nulla da vedere, a parte appunto il Vietnam e – molto più il là, anche idealmente – la Korea.
Quindi quest’anno si va in Vietnam. Come al solito, è iniziata la frenetica caccia al volo aereo più conveniente. Stesso copione di ogni anno: visite ripetute, costanti, quasi ossessive ai meta-motori di ricerca di viaggi per acciuffare al volo l’offerta più vantaggiosa. Quest’anno, peraltro, le date non ci hanno concesso una grande flessibilità di scelta. Le ferie di mia moglie sono purtroppo sempre più concentrate nei pochi momenti in cui il lavoro è meno pressante. Il che significa, quasi obbligatoriamente, che si viaggia ad Agosto. Nè un giorno prima, nè un giorno oltre. Quindi ho iniziato a cercare intorno all’intervallo tra il 10-12 agosto e il 25-27 settembre.
Naturalmente, all’inizio non ho trovato quasi nulla che mi soddisfacesse. O i voli prevedevano scali lunghissimi, o si strutturavano su due scali intermedi, o semplicemente erano decisamente fuori budget. Poi, improvvisamente (e ciò succede quasi sempre all’inizio del mese), ecco alcune offerte allettanti, tutte insieme. La migliore mi è sembrata subito quella della Ukrainian Airlines, perché offriva un volo ad un costo davvero basso, almeno per il periodo (430€) e uno scalo minimo nella capitale ucraina. Senza pensarci due volte – e ciò denota che l’incoscienza non scema assolutamente con l’età – l’ho preso subito.
E già, quest’anno si vola con una compagnia di cui fino a qualche tempo fa non conoscevo neppure l’esistenza. Speriamo bene! Gli aerei sono moderni e la compagnia non sembra avere particolari feedback negativi. A parte qualche ritardo, di cui loro stessi sono consapevoli, tantevvero che al momento dell’acquisto invitano i clienti a comprare una sorta di assicurazione contro il pericolo di perdere le coincidenze. Cosa che ho ovviamente fatto, non si sa mai. Per il resto, nient’altro da segnalare, a parte il consueto avviso di cambio di orario, a cui oramai siamo abituati, prenotando sempre con largo anticipo rispetto alla stagione dei viaggi.
Lo scalo finale è a Bangkok. Dopo 6 anni quindi torniamo in Thailandia. E dopo il giro in Vietnam la nostra intenzione è di restare qualche giorno nel paese e visitare Krabi, l’unico paradiso balneare che non abbiamo ancora visto. A Bangkok, infine, troveremo la solita coppia di amici con cui abbiamo viaggiato negli anni scorsi in Indonesia e Sri Lanka, Daniela e Sergio. E questa volta ci sarà anche il loro figlio minore (minore si fa per dire, ha 20 anni), al suo primo viaggio in Oriente. Una novità che non potrà che migliorare il nostro viaggio – avremo almeno un ragazzone grande e robusto per le imprese più gravose…