Una megalopoli come Pechino offre innumerevoli zone dove piantare le tende e iniziare l’esplorazione della città. Gli alloggi sono ben distribuiti su tutta l’area metropolitana e sono davvero di ogni tipo e per qualsiasi tasca. Non esiste quindi un vero problema di scelta: dal punto di vista essenziamente turistico ogni quartiere è ben organizzato, sontuosamente servito dai mezzi pubblici, ricco di luoghi dove mangiare e trascorrere la serata.
Ma se dovessi dare un consiglio personale, dall’alto della mia esperienza di visitatore seriale di Pechino, direi che il quartiere perfetto dove alloggiare a Pechino è Sanlitun. E senza discussioni. Ma attenzione, non si tratta di un quartiere caratteristico, o all’antica, o almeno tradizionale… Niente di tutto questo: Sanlitun è un vasto e modernissimo comprensorio, in cui spiccano alcuni degli edifici più arditi e futuristici della città. Pur essendo circondato da quartieri meno appariscenti, forse anche più popolari, conserva una atmosfera assolutamente cosmopolita e fa pensare, in alcune sue aree, più a un moderno centro europeo che una metropoli asiatica.
Perché quindi scegliere Sanlitun, se non offre nulla (o quasi) di ciò che presumibilmente siamo venuti a cercare a Pechino? In primis, perchè è un distretto strategicamente collocato a poca distanza dal centro turistico di Pechino, senza tuttavia esserne troppo coinvolto da confusione e rumori. Si trova a est della zona centrale, quella per intenderci caratterizzata dalla Piazza Rossa e dalla Città proibita, e a nord dei luoghi di svago e shopping come Wangfujing. Questo è un fattore della massima importanza: restare a portata di metro dalle attrazioni principali ma poter ogni sera tornare in un luogo molto più tranquillo e “familiare”, per molti versi, è un vantaggio indiscutibile.
A Sanlitun è più probabile sentire parlare inglese che cinese. Non è una battuta o una esagerazione. Da quando è sorto, questo quartiere è sempre stato caratterizzato da una cospicua presenza di occidentali, molti dei quali impegnati a studiare o lavorare a Pechino. Si è quindi plasmato sulle loro esigenze: i bar sono molto più simili a quelli di Berlino, Milano o New York, i ristoranti offrono cibo da tutto il mondo, i negozi sono tarati (anche in termini di prezzi) sulle loro più elevate capacità di consumo.
Tale massiccia presenza, assolutamente inconsueta per i canoni cinesi, ha provocato un fenomeno quantomeno bizzarro. Gli studenti cinesi di lingue europee, si riversano ogni giorno – e sopratutto la sera – dentro le sue vie, le sue piazze, nei suoi affollati e ricercati locali alla moda, per conoscere qualche occidentale e provare a scambiare due parole in inglese con lui. Anche noi, la prima volta che ci siamo affacciati nel quartiere, siamo stati immediatamente abbordati da un gruppetto di ragazze, tutte piuttosto giovani, che ci chiedevano la cortesia di parlare con loro. Figuratevi la loro delusione quando hanno appreso – abbastanza presto, in verità – che eravamo italiani e che l’inglese, a parte le frasi strettamente necessarie per viaggiare e non smarrirsi, lo parlavamo appena!…
Un’altra peculiarità di Sanlitun è che presenta una variegata e all’apparenza inesauribile offerta culinaria. Qui il problema di “dove vado a mangiare questa sera” non si pone minimamente. I ristoranti sono talmente numerosi e variegati che è impossibile non trovare qualcosa di adeguato al proprio palato – e alle proprie tasche. Alcuni ristoranti che da noi potremmo definire “etnici” secondo me sono al top assoluto della prelibatezza. E’ il caso di un ristorantino vietnamita che si trova proprio all’interno del complesso centrale di Sanlitun, appena visibile dall’esterno. Serve piatti che potremmo definire “fusion” ma dall’inconfondibile sapore orientale e – cosa più importante – a prezzi “cinesi”. Ma niente paura: anche i ristoranti italiani e giapponesi sono ben rappresentati, e per chi volesse mangiare cinese, sappia che a Sanlitun la sperimentazione ha raggiunto vette impensabili…
Sanlitun è anche uno dei luoghi a più grande concentrazione di mostre ed esibizioni artistiche. Non c’è anfratto in cui non sia possibile scorgere l’opera di qualche sconosciuto artista cinese. C’è un posto, in particolare, dove l’organizzazione di eventi culturali si sposa alla perfezione con l’intrattenimento più prosaico della ristorazione. E’ il Nali Patio, posto poco più a nord rispetto al blocco centrale il cui centro è rappresentato dalla piazza-fontana mostrata nella foto. In questo complesso di edifici, dal vago sapore mediterraneo, si aprono cortiletti, patii, balconate, spazi comuni che vengono utilizzati sia per bere o mangiare qualcosa, sia per passeggiare da un ambiente all’altro e guardare le opere esposte sui vari livelli.
Infine, a Sanlitun la notte è sempre giovane. Terminata la cena, non c’è che l’imbarazzo della scelta. I locali notturni, bar, pub, birrerie si susseguono uno dietro all’altro lungo qualsiasi via del distretto. Sono i luoghi preferiti dai cinesi per incontrare gli stranieri; qui, infatti, un cocktail costa in media 4 euro e una birra 2. Cifre assolutamente abbordabili per la nuova medio borghesia cinese, così protesa verso l’occidente e la sua cultura.