Il momento più teatrale di un matrimonio tradizionale cinese è quello del “rapimento” della sposa da parte del futuro marito. Si tratta di un rito piuttosto diffuso in moltissime culture, anche molto vicine a noi, al fine di enfatizzare – specie di fronte alla comunità – l’evento fondativo di ogni matrimonio: l’abbandono della casa familiare da parte della donna.
Questo atto necessariamente formale viene associato, chissà perché, ad un gesto “brutale” e se vogliamo discutibile come il rapimento. Evidentemente, in tempi passati, non c’era altro modo per assicurarsi al tempo stesso l’assenso di sposa e famiglia della sposa, e con essi quello dell’intera comunità. Probabilmente, in Cina come altrove, il rito è giudicato ancora conforme alle più elementari regole di convivenza e rispettabilità sociale, e quindi viene replicato – sia pure in forma goliardica e leggera – ogni volta che si presenta l’occasione.
Il matrimonio di Guido, malgrado lui non fosse proprio nativo del luogo e neppure cinese, non è stato da meno. Il tutto è stato organizzato quasi a sua insaputa, visto che è venuto a conoscere i particolari della “cerimonia” esattamente il giorno stesso del matrimonio. Ovvero quella mattina in cui, appena terminata la vestizione, ha appreso che avrebbe dovuto affrontare una prova ancora più impegnativa…
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