Dopo aver concluso la prima parte del rito pubblico, che prevedeva le pratiche descritte nel precedente articolo, Guido e consorte si sono predisposti (o rassegnati) ad affrontare la cerimonia nuziale. In parole povere, l’unico, vero e imprescindibile atto formale che sancisce, agli occhi della comunità, l’unione di due persone e delle rispettive famiglie. Perlomeno a Ruichang. Una cerimonia molto complessa e ricca di azioni sceniche che i novelli sposi sono tenuti a eseguire quasi fosse una recita, e che tutti gli invitati al matrimonio sono costretti a sorbirsi.
Il matrimonio tradizionale, quello cioè organizzato dalla famiglia di Suzhan, è – a mio sindacabilissimo parere – la scelta di chi si ritiene intimamente legato alla proria comunità. Rispetto ai matrimoni di stampo occidentale, immagino sia più impegnativo, non per altro per l’utilizzo di abiti tradizionali, all’apparenza molto costosi. Inoltre, durante la cerimonia entrano in scena alcune figure essenziali allo svolgimento della stessa. In primo luogo una sorta di presentatore-intrattenitore, un signore vestito anch’egli in abiti tradizionali che introduce la coppia di sposi, commenta le vari fasi della cerimonia e intrattiene gli invitati durante le frequenti pause tra una scena e l’altra. Infine, vengono ingaggiati anche dei figuranti che vestono i panni degli animali mitici di queste zone (draghi e leoni) ed eseguono delle sfrenate danze di buon augurio fuori e dentro la sala.
L’albergo in cui era stata organizzata la cerimonia – lo stesso in cui alloggiavamo – sembrava predisposto solo per questa funzione. Un grande salone circolare introduceva infatti a molte sale adiacenti e tutte, nessuna esclusa, ospitavano quel giorno un matrimonio. In totale c’erano 4 matrimoni in contemporanea, alcuni più sfarzosi, altri molto meno. Proprio di fronte a noi c’erano due sposini, abbigliati all’occidentale, che stazionavano davanti alla sala in attesa degli invitati. I loro vestiti erano francamente modesti, devo dire la verità, così come le loro espressioni, piuttosto sconsolate, dovute con molta probabilità alla consapevolezza di avere troppo pochi invitati rispetto ai matrimoni “concorrenti”.
Il motivo di tale delusione è dovuto ad una pratica locale alla quale tutti gli invitati sono sottoposti, per non dire obbligati, a prescindere dalle condizioni economiche o di vicinanza familiare. E che spiego con maggiori dettagli nel prossimo step.