Matrimonio in Cina, parte terza: il “rapimento” della sposa

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Scegliere il filo giusto

scegliere il nastro giusto
Dopo una breve quanto pericolosa ascesa all’interno di un palazzone semi-fatiscente, eccoci arrivati davanti alla porta di casa della sposa. Una folla di curiosi e parenti ci aspettava sul pianerottolo facendo un baccano insopportabile. Del resto, si trattava del momento più divertente e significativo dell’intera cerimonia: la scelta del filo giusto che portava al cuore della sposa.

La commediola si struttura in questo modo. Un tipo (quello in foto) è il cerimoniere ufficiale e ha il compito di assistere il malcapitato futuro marito nella scelta del nastro giusto. Particolarmente utile nel caso, come quello in essere, di uno sposo assolutamente inconsapevole di cosa fare esattamente. Ad ogni modo, non ci vuole molto a comprendere la situazione: dal buco della serratura fuoriescono una serie di fili di lana colorati. Uno solo di essi è legato al dito della sposa, che attende trepidante all’interno. Tocca quindi all’uomo scegliere quello giusto, quello che, per inciso, gli consentirà di entrare nella casa della futura moglie.

In parole povere: la porta rimane ostinatamente chiusa finché non si sceglie il filo giusto. Ed è una impresa non da poco. Perché ogni volta che lo sposo sbaglia, è cotretto a utilizzare uno di quei cartoncini colorati di cui ho parlato prima. Li deve passare sotto, e subito vengono risucchiati da mani rapaci. Ogni tanto, per rendere la cosa più credibile, lo sposo sbraita, bussa alla porta, intima alle donne che stanno all’interno di non farlo spazientire e di aprire subito. Ma non ottiene altro che insulti e incitamenti a ritentare.

E così si ricomincia con il rito: nuovo filo, nuovo fallimento, nuova introduzione di 3 o 4 cartoncini colorati sotto la porta. Finché si giunge – per una mera questione matematica – al filo giusto. E allora ecco che la porta si spalanca e lo sposo e tutto il suo seguito vengono accolti da una folla di donne festanti che adesso lo osannano e lo applaudono con lo stesso entusiasmo con il quale, poco prima, lo prendevano in giro.

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