A Singapore, si sa, è proibito fare molte delle cose che in un’altra città del mondo sarebbero sacrosante. Non ci si può baciare in pubblico, vietato masticare gomme o fumare per strada, assolutamente proibito schiamazzare, ecc.. Ci sono anche altre proibizioni quantomeno eccentriche, come il divieto di sputare a terra o fare la pipì negli ascensori… Ma a quanto pare si tratta di abitudini piuttosto diffuse che il governo, a suon di multe da capogiro, cerca di estirpare.
Ma fra tutte le battaglie condotte nel nome di una maggiore (presunta) civiltà, ne spicca una davvero originale: il divieto di introdurre nei posti pubblici il durian, ovvero uno dei frutti più commercializzati dell’Asia sud orientale. Un alimento molto apprezzato dai locali, ci tengo a sottolineare, un po’ meno dai turisti, per i quali rappresenta un vero incubo da evitare assolutamente!
Per prima cosa, per i pochi che non lo sapessero, descrivo cos’è il durian. Si tratta del frutto di un albero piuttosto diffuso, sia a livello selvatico che domestico, che cresce un po’ dappertutto nelle foreste dell’area. Parente del Jackfruit (albero del pane), ne condivide le escrescenze e la forma dei frutti, rotondeggianti o ovoidali, dalla buccia spinosa. La differenza sostanziale tra i due frutti è l’odore che emanano: praticamente nullo quello del jackfruit, decisamente spaventoso quello del durian.
Il cosidetto “re di tutti i frutti” (definizione degli asiatici), in realtà, produce un odore che definire repellente sarebbe fin troppo benigno. Posso assicurare che non è così. Il puzzo di durian si avverte a parecchie decine di metri di distanza ed assomiglia ad un misto di formaggio rancido, tanfo di fogna e – definizione di molti – lezzo di vomito… Tale odore è già avvertibile quando il frutto è ancora integro, avvolto nella sua spessa buccia verde spinosa; ma quando lo si apre si prigiona in tutto il suo orrore ed è davvero difficile restare nei suoi pressi più di qualche minuto.
Non sorprende, quindi, il motivo per cui quasi nessun occidentale riesce ad avvicinare la polpa bianca e fibrosa di questo frutto alla bocca. E’ letteralmente impossibile, posso dirlo io che, per ben due volte, ho provato ad assaggiarlo. In entrambe lo occasioni il tanfo disgustoso che precedeva il boccone mi ha costretto a rinunciare. Ed è stato un peccato, dal momento che, a quanto si dice, il durian possiede un sapore molto gradevole.
A Singapore, come altrove nell’area, il durian è ritenuto un frutto prelibato e quindi viene venduto un po’ dappertutto. Tuttavia, pur essendo commercializzato liberamente, è proibito introdurlo in molti posti pubblici, come per esempio alberghi, ascensori, metropolitana, treni, ristoranti, ecc.. La foto sopra è un classico esempio di un cartello con divieti vari affisso un po’ dappertutto in città. Come si può notare, trasportare o consumare durian è considerato quasi un reato!
In alcuni cartelli sono esposte anche le multe corrispondenti, che per il possesso e introduzione del durian vanno dai 500 ai 1000 dollari di Singapore. Non proprio una bazzecola, quindi. E non è consentito portare il frutto neppure nella sua versione già “lavorata”, ovvero sbucciato, filettato e abbondantemente lavato. In questo modo l’odore si riduce, ma a quanto pare non a sufficienza per rendere questo frutto più sopportabile ai nostri nasi raffinati.
Ad ogni modo, per chi volesse comunque provare, esistono in commercio varie versioni di caramelle al durian. Vengono vendute in prevalenza in forma di toffies, gommose e soffici, e hanno tutte in comune il prezzo elevato, a testimonianza di quanto siano richieste sul mercato. Il sapore è notevole, bisogna ammetterlo, perfino aromatico, da provare senza timore. L’odore caratteristico è pressochè assente; solo alcune, le più artigianali, una volta scartate soprendono il nostro naso con un vaghissimo odore di fogna… ma è il prezzo da pagare pur di assaggiare un alimento che, altrimenti, sarebbe davvero difficile mettersi in bocca…