A spasso nel forte olandese di Galle

Galle è una delle principali mete dello Sri Lanka e vale senz’altro una capatina. Ma non più di un giorno, perché al di là del forte olandese il resto della città offre ben poco. Il centro storico, infatti, è compreso all’interno di quelle che un tempo dovevano essere delle mura possenti. Tutto ciò che c’è di vitale e interessante sta all’interno di quest’area.

Un tour che si rispetti delle mura di Galle inizia dalla porta d’ingresso principale, quella che collega la penisola al resto della città. Da qui, inerpicandosi sui bastioni, inizia il percorso ufficiale che corre lungo l’intero perimetro di questo monumento al colonialismo europeo. Un giro che impegna non più di 2 ore, massimo 3, ma che assicura panorami deliziosi e scorci da film dei pirati. Il forte olandese, infatti, malgrado sia in gran parte spianato, conserva alcune caratteristiche peculiari delle tipiche difese europee di fine Seicento. Si scorgono infatti le tipiche torrette cilindriche, poste sugli angoli di alcuni bastioni che si protendono sul mare; da qui era più facile controllare l’orizzonte e, al contempo, difendere  le mura da attacchi improvvisi.

Una passeggiata piacevole ma attenti al sole

Il tour delle mura è una attività alla quale si dedicano sia i turisti stranieri che i cingalesi locali. Sembra anzi che la passeggiata sui bastioni sia uno dei piaceri quotidiani a cui gli abitanti di Galle non vogliano rinunciare. Durante queste piacevoli camminate non è raro incrociare gruppi  di turisti cingalesi e famiglie intere allegre e festanti. Quasi tutti si dedicano agli immancabili selfie e a picnic improvvisati sull’erba curatissima dell’area. Alcuni scendono nelle spiagge adiacenti le mura, molto allettanti devo dire, e fanno il bagno nel mare caldo e poco mosso dell’Oceano Indiano. Non è raro, infine, imbattersi in coppiette di fidanzati che sfruttano i numerosi anfratti e luoghi nascosti offerti dalle mura per appartarsi e scambiarsi qualche innocente effusione.

Il giro quindi è piacevole e poco impegnativo, ma occorre prestare attenzione all’azione subdola del sole. Che a Galle, specie in estate, picchia davvero. Noi quattro, dopo 3 ore passate a passeggiare in una giornata non proprio assolata, ci siamo trovati tutti la sera con il viso scottato e io, in particolare, con una ridicola quanto mortificante abbronzatura da muratore… Il consiglio è quindi di cospargersi generosamente di crema solare e usare cappello e occhiali da sole, anche se la giornata è nuvolosa.

La chiesa protestante olandese

I bastioni sono la parte più interessante della città, è innegabile, ma anche il centro storico non è da meno. E’ molto gradevole passeggiare per le viuzze interne di Galle, specie quelle meno trafficate e più tradizionali. Gli edifici più antichi sono tutti di origine europea, sopratutto quelli più grandi: i tetti a spiovente, infatti, abbondano un po’ dappertutto. Alcune ville, più maestose, sono tipicamente in stile britannico; altre, più strette e modeste, tradiscono l’anima olandese.

Fra tutti i monumenti storici presenti, vorrei segnalare la chiesa riformata olandese. Si tratta di un tipico edificio protestante del XVII secolo, caratterizzato da una facciata tutto sommato piacevole, vagamente italianizzante, ma da interni spogli e austeri. La prima cosa che si nota entrando, infatti, è la mancanza pressoché totale di arredi, suppellettili e immagini sacre. Altra peculiarità è la disposizione del pulpito, collocato sempre di lato rispetto alla navata centrale. L’interno quindi risulta fin troppo severo, sopratutto a chi, abituato alle chiese cattoliche barocche del tempo, si aspetta qualcosa di analogo.

La chiesa riformata olandese
L’interno della chiesa

Ancor più interessante è il cimitero che circonda la chiesa stessa. Lungo il perimetro dell’area, infatti, sorgono le lapidi dei cittadini più illustri di Galle durante il periodo coloniale, quindi dal Seicento all’indipendenza. I nomi che si leggono su di esse sono in gran parte olandesi, ma non mancano i britannici e qualche portoghese. La caratteristica comune, peraltro, è la esigua durata media della vita: è raro che qualcuno di essi sia riuscito a superare i 50 anni. Molte, inoltre, le donne morte in giovane età (si presume di parto). A quanto pare la vita ai tropici non era proprio una vacanza per questi coloni europei animati da grandi aspettative (sopratutto economiche) e da rigide convenzioni morali.

 

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