Due parole a proposito dell’Ukraine Airlines

Nel 2019 abbiamo deciso di recarci in Asia con l’Ukraine Airlines. Una scelta dettata dalla modesta entità della tariffa, non lo nego, e dalla disponibilità di voli e orari a noi più graditi. Abbiamo volato quindi con una compagnia di cui non sapevamo nulla, a parte il fatto che non risultava proprio al top del ranking mondiale. E ce ne siamo accorti, purtroppo…

In realtà L’Ukraine Airlines, logisticamente parlando, sarebbe un ottimo vettore per le mete asiatiche. Si trova non troppo a nord rispetto alle destinazioni più “tropicali”, quali Thailandia, Malesia, Indonesia. E neppure troppo a sud rispetto a quelle più continentali, come Cina e Giappone. In sostanza, sarebbe senz’altro la compagnia ideale, per durata di volo e scalo, per raggiungere quei paesi. L’impressione è che l’Ucraina stia puntando molto su questa opportunità. Basta dare un’occhiata al classico giornale istituzionale che troviamo sempre nella tasca del sedile davanti. Le rotte sono moltissime, coprono praticamente quasi tutta l’Europa e l’Asia, e si notano anche molte linee tratteggiate, segno di futuri collegamenti.

 volo per Mosca
La pagina delle rotte estere dell’Ukraine Airlines, dove è evidente che manca proprio il volo per Mosca

Manca però uno scalo, clamorosamente. Non c’è alcun volo tra Kiev e Mosca. Lo so, sono perfettamente consapevole che tra i due paesi i rapporti siano al limite della rottura, ma non mi aspettavo che mancasse proprio il collegamento più scontato.  L’immagine sopra evidenzia senza equivoci una situazione ben peggiore di quanto pensassimo qui in Europa: tra Ucraina e Russia vige uno stato di guerra, perché solo in tal caso vengono interrotti i collegamenti tra due capitali – e a volte non completamente.

Quanto ai voli veri e propri, bisogna riconoscere che l’Ukraine Airlines ha ancora parecchia strada da fare per competere, non solo sul prezzo, con le compagnie di bandiera più consolidate, come appunto l’Aeroflot. Iniziamo dai veivoli. Sono tutti Boeing vecchi almeno di 30 anni. Lo si capisce dalla cappelliera, quella piccola e stretta che si usava un tempo. E dalla mancanza di monitor sui sedili. Le informazioni di volo e i film vengono proiettati su pochi visori piccoli e mal distribuiti posti sul soffitto. Se ti trovi seduto proprio sotto uno di questi, allora puoi metterci una pietra sopra, non vedrai proprio nulla. Meglio portarsi qualcosa da casa e vederselo sul proprio cellulare (come del resto ho notato facevano molti).

I sedili sono duri e stretti come quelli degli apparecchi più piccoli, destinati a rotte minori. Inoltre si reclinano di pochi gradi, non sufficienti, a mio modo di vedere, per acquisire una posizione rilassata, idonea almeno a permettere un sonnellino. La struttura dell’appoggiatesta è di una scomodità che definirei più unica che rara. Non c’è modo di tenere ferma la testa né a destra né a sinistra, scivola giù anche con il sedile abbassato. Un vero inferno, a meno di non indossare i cuscini a ferro di cavallo predisposti proprio per dormire in aereo. Quelli funzionano, almeno a giudicare quante persone riuscivano a dormire malgrado le scomodità.

Il primo volo, da Roma a Kiev, effettuato da un veivolo piuttosto sgangherato, non offriva alcun pasto, neppure uno snack al volo, niente. Tutto a pagamento. E anche per avere un semplice bicchiere d’acqua dovevamo penare. Durante il secondo volo, quello più lungo, un pasto ci è stato portato, ma era praticamente immangiabile, sia nell’immancabile versione “chicken” che in quella “fish”. Niente a che vedere, quindi, con i piatti elaborati e a volte soprendenti di compagnie come Turkish e Aeroflot, che almeno sul catering ci investono.

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