Viaggiare sulla metropolitana a Tokyo, sulla carta, è semplice come farlo in qualsiasi parte del mondo. Ma occorre rispettare qualche piccolo accorgimento per evitare di perdersi, di andare nella direzione sbagliata, di girare in tondo intorno alla destinazione senza mai raggiungerla, di uscire da una stazione e trovarsi in tutt’altro luogo rispetto alla mappa.
In breve, ecco cosa bisogna tenere ben presente.
A Tokyo ogni stazione metro ha più di una entrata/uscita, a volte molto distanti l’una dall’altra. Questo perché molte stazioni sono enormi, si snodano in lunghezza per parecchie centinaia di metri, e quindi possono presentare più uscite anche lungo la stessa strada. Pertanto è vitale individuare subito il gate giusto, altrimenti si rischia di girare come trottole all’interno delle stazioni. E’ una situazione limite, lo ammetto, ma a noi è capitato a Ueno-Okachimachi. Eravamo talmente sicuri della nostra capacità di orientamento che abbiamo completamente trascurato di fissare nella memoria da quale ingresso eravamo entrati. Al ritorno, la sera, ci siamo trovati in mezzo a un dedalo di uscite e per lunghi minuti siamo andati un po’ a casaccio, imboccando una uscita dietro l’altra e tornando puntualmente dentro, cercando di riconoscere punti di riferimento che ovviamente non c’erano.
Eppure la struttura interna di ogni stazione è assolutamente comprensibile: ogni entrata/uscita è indicata con una sigla: A1, A2, ecc, ognuna corrispondente a una via/piazza. Basta ricordare questa sigla ed è fatta, non ci si perde più. E se proprio risulta problematico ricordarla, allora si ricorre alla tecnologia spiccia che ci portiamo appresso: uno scatto con il cellulare e l’uscita è fissata per sempre.
Prendere il treno giusto, poi, è piuttosto semplice: ogni metro è caratterizzata da un colore preciso; semmai è leggermente complicato capire qual è la corretta direzione, ma basta poco per afferrare il meccanismo di orientamento. Sui piloni più vicini alle scale mobili viene illustrata la successione delle stazioni: la stazione in cui ci troviamo è evidenziata in modo marcato; le stazioni a seguire sono colorate, le stazioni precedentemente raggiunte dai treni sono mostrate in grigio. Quindi se la nostra meta è grigia, allora dobbiamo andare verso l’altra banchina, e lì la troveremo colorata.
Una volta preso il treno, evitare di sedersi sui posti destinati alle persone disagiate, alle donne incinte, agli anziani, i cosiddetti posti di cortesia. Noi lo abbiamo fatto, all’inizio, perché erano posti vuoti e da buoni italioti abbiamo pensato che finché non arrivava il vecchietto, il disagiato o la donna gravida, allora potevamo stare tranquilli. I giapponesi non agiscono così. In parecchie occasioni abbiamo notato che nessuno occupa quei posti, anche se sono vacanti, e questo indipendentemente dall’affollamento; evidentemente perché si preferisce evitare di creare anche il minimo disagio, neppure la più lieve discussione, pur di garantire in qualsiasi momento a chi ne ha diritto la possibilità di trovare il posto libero.
Infine, due parole sul modo più intelligente per azzeccare il percorso tra due stazioni metro a Tokyo. Prima di tutto, assicurarsi di avere non solo la mappa della linea metropolitana, che da sola serve a poco, ma anche la guida che offrono gratis all’interno di ogni stazione: la “Tokyo handy guide“, oppure, se si ha la fortuna di trovarla, la “Tokyo guida pratica”, in italiano. Questo libriccino è suddiviso per quartieri e ha sulla sinistra la mappa dettagliata dell’area scelta, con le fermate metro, le strade, i monumenti, i centri commerciali o altro; sulla facciata destra tutti i posti più ameni del quartiere, con una breve descrizione e le indicazioni pratiche di come raggiungerli. Pertanto, la combinazione di mappa metro, guida pratica, intuito e una buona dose di fortuna, sarà sufficiente per raggiungere la meta agognata superando tutti i nodi del percorso. La destinazione scelta, infatti, potrebbe essere raggiungibile solo a patto di passare da una linea all’altra, e questo per più di un passaggio. Tanto vale, quindi, prepararsi in anticipo.