Come organizzare un viaggio fai da te in Egitto appena dopo una rivoluzione

Nel corso degli anni mi sono avvicinato e allontanato da un viaggio in Egitto in varie occasioni. Lo sognavo, lo immaginavo, giungevo al punto perfino di costruirlo idealmente nella testa. Nondimeno, non trovavo mai il coraggio di compiere il passo cruciale – e decisivo – per rendere quel viaggio effettivo: acquistare il volo aereo per il Cairo. Bastava solo quello e sarei stato oggettivamente costretto a dover organizzare un viaggio fai da te in Egitto.

Perché di una cosa ero certo: non ci sarei andato con un tour operator italiano. Non mi sarei piegato ad un itinerario preconfezionato, deciso da qualcun altro al posto mio, rigidamente contingentato nei tempi e nelle destinazioni da raggiungere. Tutto avrei voluto meno che intrupparmi in un gruppo di spensierati vacanzieri che girano un paese in pulman e si fanno accompagnare dappertutto.

Il mio proposito – e ammetto che all’epoca sembrava anche a me piuttosto fuori portata – era quello di realizzare un viaggio in Egitto utilizzando gli stessi mezzi e le stesse risorse di un qualsiasi altro viaggio effettuato prima. Quindi organizzarlo da casa, a tavolino, con l’ausilio solo delle esperienze di altri viaggiatori fai da te e l’utilizzo intensivo di internet. Tale operazione andava realizzata con calma, per fasi, controllando minuziosamente ogni particolare, anche il più insignificante, perché l’Egitto – malgrado sia una destinazione turistica di grande livello – non sembrava ad un primo esame la meta ideale per un viaggio fai da te.

Prima fase: verificare i prezzi di alloggi e trasferimenti

L’analisi dei costi non poteva non partire dagli alloggi e i trasferimenti. Che sono i due assi portanti di un viaggio. Ma ecco la sorpresa: mi sono subito reso conto che l’Egitto, in quanto a presenza su internet, non ha rivali al mondo! E questo è successo non appena ho iniziato a cercare gli alberghi su Booking. L’offerta era così ampia e variegata da farmi perdere la testa. I prezzi dappertutto piuttosto contenuti, e questo – a parte il periodo scelto, giugno – probabilmente per effetto positivo (per noi turisti) e negativo (per gli operatori locali) della recente rivoluzione. Ma tant’è… una delle regole a cui mi affido religiosamente è la seguente: approfittare sempre quando un paese è a buon mercato, a prescindere dalle cause. Che possono essere molteplici, è chiaro: una variazione nel tasso di cambio, oppure una crisi economica, o anche, come accadde nel 2012, una recente rivoluzione che aveva appena spazzato via un regime trentennale.

Il problema dei costi di sussistenza, quindi, sembrava superato. Restava quello del volo aereo e degli eventuali voli interni. Anche questo ostacolo è stato superato senza difficoltà dando un’occhiata al sito dell’EgyptAir, la compagnia di bandiera del paese. Il primo trasferimento, quello cruciale per dare il via al viaggio, da Roma a il Cairo e ritorno, l’ho trovato ad una tariffa che non poteva essere irresponsabilmente ignorata: 430€ in due (oggi, per lo stesso periodo, il prezzo è sensibilmente maggiore: 650€!). I voli interni, a loro volta, ancora più stracciati: 120€ per la tratta il Cairo-Assuan e 90€ per quella finale, da Hurghada a il Cairo. Insomma, quanto ai trasporti sembrava non ci fossero ostacoli di nessun tipo.

Seconda fase: superare il timore di recarsi in un paese instabile politicamente

Restava aperta la questione della rivoluzione appena avvenuta. Le notizie che giungevano dall’Egitto descrivevano un paese ancora in subbuglio, piuttosto turbolento, con grandi manifestazioni di piazza e confusione istituzionale. Le elezioni politiche – le prime davvero democratiche nella storia del paese – avevano appena consegnato il Parlamento nelle mani dei Fratelli musulmani, ovvero il partito che più di altri agitava i sonni delle cancellerie occidentali per via dei suoi (presunti) legami con l’estremismo religioso. La scelta del nuovo presidente era affidata ad un ballottaggio i cui esiti non erano chiaramente prevedibili da nessuno.

Tale clima di incertezza aveva provocato una mazzata all’industria turistica egiziana. Inevitabilmente i flussi turistici in direzione dell’Egitto si erano rapidamente inariditi. I tour operator europei offrivano sempre meno destinazioni all’interno del paese. Mi ricordo che sulle vetrine delle agenzie di viaggio erano sparite le classiche offerte last minute per destinazioni quali Sinai, Crociere sul Nilo, il Cairo. Solo i soggiorni nel Mar Rosso continuavano a tirare, ma a prezzi così bassi da sembrare delle fregature…

Terza fase: ideare un itinerario di massima e fissare le tappe fondamentali del viaggio

Era quindi possibile, per una coppia di cinquantenni irresponsabili, realizzare un viaggio in Egitto in queste condizioni? Quanta dose di incoscienza serviva per indurci ad affrontare questa avventura? Oggi devo ammettere che forse siamo stati un tantino avventati. Ma oggi, con il senno del poi. Nel febbraio del 2012, stabiliti i punti cruciali ed eliminati gli ostacoli oggettivi, quel viaggio in Egitto sembrava una vacanza qualsiasi, del tutto simile a tante altre. Una volta presa la decisione di andarci, nessun evento contingente, nessun sommovimento politico, nessuna raccomandazione del nostro ministero degli Esteri avrebbe potuto fermarci. Era arrivata l’ora di fissare l’itinerario di viaggio, ovvero decidere dove andare e come andarci.

Devo confessare che non ho avuto alcun problema a tracciare un percorso che coinvolgesse, più o meno, tutte le località famose dell’Egitto. Ogni trasferimento, come già detto, sarebbe stato effettuato “motu proprio”, per conto nostro. Dopo il Cairo avremmo preso un aereo per Assuan. Qui avremmo acquistato una crociera breve sul Nilo in direzione nord (quindi a favore di corrente) per giungere infine a Luxor. Da qui, infine, con un autobus locale ci saremmo diretti ad est, direzione Hurghada, per il tradizionale quanto meritato soggiorno sul Mar Rosso. Ultima tappa: aereo da Hurghada a il Cairo e da qui ultimo volo per Roma. Tutto qui.

 

 

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