Per noi si trattava del primo incontro fatale con la costruzione forse più reclamizzata dell’iconografia giapponese: il castello shogun. Questo incontro era programmato per il primo giorno di visita a Kanazawa, sede appunto di una famosissima fortezza che un tempo custodiva e difendeva le sorti del signorotto locale.
Il castello si vede da quasi ogni punto della città, è vero, e fa la sua figura. Purtroppo ciò che non si vede – e non si può neppure sospettare, a meno di non documentarsi prima – è la reale natura di questo edificio: esso infatti è del tutto ricostruito, per essere più precisi non è neppure finito, una intera ala è ancora in fase di creazione da zero, cioè dalle fondamenta.
La foto sopra ritrae l’unica vista che si ha della costruzione senza la presenza di gru o impalcature moderne. Questa qui accanto mostra la parte del fossato, cioè il lato più moderno di tutta la struttura. A sinistra c’è il cantiere, che mi sono ovviamente rifiutato di fotografare.
Il castello è visitabile a pagamento, per la non irrisoria cifra di 1000 yen. I suoi ambienti interni sono la riproduzione assolutamente fedele di quelli originali, distrutti da un terribile incendio nel tardo Seicento. Quindi sono delle semplici sale, molto ampie e ben illuminate, con pavimenti in legno pregiato, assolutamente privi di mobili o suppellettili.
L’odore che pervade tutto, all’interno, è di legno appena piallato e di vernice fresca. La facciata esterna mostra i caratteristici tetti a spiovente e le finestre a feritoia, tipiche delle case signorili di quell’epoca. In sostanza, quasi nulla di veramente interessante, escludendo le mura esterne che circondano il complesso, l’unico elemento originale rimasto in piedi dall’epoca della costruzione.
![Tratto del cortile interno del castello](https://www.drittediviaggio.it/wp-content/uploads/2017/09/castello2.jpg)
La loro struttura ricorda molto le mura ciclopiche che si trovano in Grecia o in Perù: le pietre sono sempre molto grandi e tagliate per combaciare perfettamente l’una con l’altra; la superficie esterna, leggermente obliqua rispetto al terreno, è perfettamente liscia; le fessure tra una pietra e un’altra sono a prova di carta di credito. Questo tipo di mura, in effetti, in Giappone è diffuso in tutte le costruzioni di epoca shogun, e forniscono una prova della maestria costruttiva degli antichi giapponesi.