Il castello di Himeji

I castelli giapponesi hanno la bizzarra caratteristica di non essere del tutto originali. La gran parte di essi – come a Kanazawa – sono ricostruzioni più o meno rimaneggiate di fortezze seicentesche rovinate da assedi, incendi, devastazioni naturali e terremoti. In sostanza si tratta di edifici più volte restaurati, a volte apertamente riveduti e corretti, che spesso nulla hanno a che fare con le costruzioni originali, se non l’aspetto esteriore e poco altro.

Del castello di Kanazawa ho parlato; anche del castello di Osaka ho già raccontato qualcosa. Resta di accennare qualcosa sul castello di Himeji, il più grande ed elegante dei castelli giapponesi, uno dei pochi rimasto pressoché inalterato nel corso dei secoli. Questa costruzione, che al tempo della mia visita era parziamente in restauro, è la struttura militare originale più antica nel paese. I suoi elementi più vecchi sono del XV secolo, mentre l’attuale costruzione risale al Seicento. I giapponesi lo chiamano l'”airone”, rivelando in tal modo un notevole senso di immaginazione: posso dire che il castello di Himeji è sicuramente un edificio magnifico, elegante, perfino raffinato nei suoi innumerevoli particolari, ma la somiglianza con l’uccello io non l’ho vista proprio… a meno di non considerare il suo colore dominante.

Himeji è una cittadina posta a metà strada circa tra Kobe e Okayama (dove peraltro sorge un altro, meno famoso, castello). Essendo proprio sulla linea shinkansen, è agevole raggiungerla da entrambe le direzioni. Usciti dalla stazione il castello si presenta all’orizzonte in tutta la sua minacciosa imponenza. Non c’è alcun timore di perdersi: la strada principale della città conduce direttamente proprio davanti agli ingressi del monumento e del giardino che lo circonda.

Il castello di Himeji a prima vista appare tutto fuorché una fortezza. Quando pensiamo a un castello, infatti, noi occidentali immaginiamo maschi, torri, merli, mura imponenti, ponti levatoi e tutto ciò che corrisponde all’architettura militare medievale europea. Niente di tutto questo è visibile in un castello giapponese. Si tratta di una costruzione realizzata per intimidire i vicini più che per difendersi dai loro attacchi. Una funzione deterrente amplificata dal colore stesso dell’edificio, un bianco accecante quasi innaturale, impossibile da non notare anche da chilometri di distanza.

Il biglietto di ingresso, comprensivo della visita del vicino giardino, è piuttosto costoso (1000 yen, mi pare), ma vale la pena acquistarlo. Il castello, infatti, possiede un valore architettonico e storico incomparabile; inoltre, è ricco di posti, anche nascosti, in cui è piacevole passeggiare o dedicarsi all’esplorazione. Le mura esterne sono realizzate con blocchi che in altre zone del mondo sarebbero definite “ciclopiche” per quanto sono enormi: ciascuna pietra si incastra perfettamente con le altre con precisione impressionante. La parte superiore degli edifici è in legno, come da tradizione giapponese.

La visita richiede almeno un paio d’ore. Comprende un percorso in gran parte obbligato che inizia con l’attraversamento di un grazioso ponte di legno e prosegue sul viale che conduce ad una delle porte d’ingresso. All’interno sono disposti i vari caseggiati che un tempo erano occupati dalla guarnigione e dai funzionari e al centro, alla fine di una salita che piegherà anche i più allenati, ecco l’ingresso al blocco principale, il maschio, il vero pezzo forte del tour. Che nel 2014 purtroppo era ancora in fase di restauro e quindi chiuso al pubblico.

Dal basso questa imponente struttura appare tuttavia meno attraente di quanto lo sia realmente. Un enorme blocco bianco che non entrerà mai nel mirino della macchina fotografica. Per apprezzare appieno il castello di Himeji consiglio di allontanarsi il più possibile, percorrere i lussureggianti giardini che tappezzano la piazzaforte e recarsi in un edificio piuttosto distante. Qui è possibile accedere solo togliendosi le scarpe; si percorrono i suoi corridoi di legno sui quali si aprono gli alloggiamenti dei soldati e si possono osservare le varie testimonianze della vita che si conduceva nel castello nelle epoche passate. Le finestre di queste stanze danno l’opportunità di osservare il panorama esterno, e quindi le fortificazioni, i giardini e il maschio. Le migliori foto di quest’ultimo si possono prendere da qui.

In un piccolo edificio isolato, posto vicino ai bastioni, è possibile ammirare una piccola collezione di armature e oggetti militari del XVII-XVIII secolo. Stupendi e terrificanti allo stesso tempo gli elmi indossati dai guerrieri del tempo: un modo per intimidire l’avversiario ben prima di affrontarlo direttamente. Impressiona anche la ricchezza delle vesti e delle decorazioni; sembra quasi un peccato che ci fossero persone disposte ad andare in battaglia con indosso tale ben di dio.

 

 

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