Eccoci quindi al momento fatale. Quello che prima o poi, tra dicembre e febbraio, ti costringe a fare i conti con le ambizioni più sfrenate e il successivo inevitabile ritorno alla realtà. Dove andare in vacanza l’estate prossima? La domanda, di per sé, sarebbe per nulla sgradevole se non fosse che, dopo tanti anni di viaggi e avventure, ci rimane ben poco da scegliere tra le destinazioni asiatiche disponibili. Sì, perché anche per quest’anno abbiamo deciso di tornare da quella parte del mondo. L’occidente, almeno per ora, lo lasciamo al futuro, probabilmente al periodo della pensione.
Quindi Asia, ma Asia dove? Io e mia moglie Paola abbiamo una regola per la scelta del viaggio estivo. Un anno scelgo io, un anno scegli tu. Abbiamo sempre mantenuto i patti, più o meno, constatando ogni volta che le reciproche aspirazioni soddisfacevano entrambi. Dopo la Cina-Yunnan del 2017 – scelta toccata a me – nel 2018 è la volta di Paola. E lei ha proposto lo Sri Lanka.
Perché lo Sri Lanka?
Penso che l’idea di andare in quel lontano lembo meridionale del subcontinente indiano sia una delle più antiche aspirazioni di mia moglie. Almeno dal tempo del viaggio in India (2003), una vacanza che ci ha provato molto come viaggiatori e ci ha lasciato ricordi davvero indelebili. Tornare in India è sempre stato un desiderio quasi incoffessabile di entrambi. Io lo esprimevo più chiaramente – mi sarebbe piaciuto visitare il sud – lei restava dubbiosa, forse anche un tantino intimorita, visto che nel 2003 abbiamo entrambi rischiato la salute. Lo Sri Lanka ha sempre rappresentato il classico piano B: una terra che per innumerevoli aspetti (gastronomia, popolazione, religione, clima, ambiente, archeologia) è simile all’India… ma non è l’India. Una proposta quindi ragionevole per tornare a respirare l’atmosfera del subcontinente senza tuttavia metterci piede davvero.
Lo Sri Lanka, inoltre, possiede una caratteristica fondamentale per renderlo una meta ideale: in pochi chilometri quadrati contiene tutto ciò che può appagare le smanie e le aspirazioni di qualsiasi viaggiatore. Archeologia, con le vestigia di antiche civiltà disseminate in molte aree del paese; Natura, con una percentuale di terre destinate a riserva fra le più alte del mondo; Religione, con la presenza di numerosi templi, pagode, chiese; Mare, grazie ai parecchi litorali quasi incontaminati e alla qualità dell’acqua, dappertutto cristallina.
Lo Sri Lanka è definito un continente in miniatura. E come tutti i continenti che si rispettano, può vantare al suo interno una eccezionale diversità di ecosistemi: aree monsoniche, altipiani freschi e boscosi, campangne fertili, savane, foreste pluviali, giungle di tipo indiano… Insomma, tutto ciò che si può desiderare da una meta turistica racchiuso in una goccia di terra poco più grande della Sicilia.