“Struscio e Tempura” a Kyoto, il sabato sera

Organizzare qualsiasi permanenza senza includere il sabato sera a Kyoto è l’errore peggiore che si possa commettere. E’ proprio durante quei due giorni che la popolazione di questa grande città dà il meglio di sé. L’azione si svolge tra Gion e il lungo fiume Kamo, presso il quale si diramano vie e viuzze strettissime, disseminate di locali di tutti i generi, molti dei quali, come si vede in foto, trovano uno sbocco, più o meno pittoresco, direttamente sul fiume.

Le prime avvisaglie della baraonda generale si avvertono sin dal venerdì sera. La città, a differenza degli altri giorni, non si svuota dopo le 18, anzi, una popolazione di giapponesi giovani e giovanissimi inizia a crescere con il passare delle ore. Ma è il sabato sera che avviene l’apoteosi. Gruppi di ragazzi e ragazzini, abbigliati in modo quantomeno raccapricciante, affollano i marciapiedi di Shijo Dori, la via principale che conduce al fiume e quindi al quartiere di Gion, ridendo, scherzando; tutti con l’immancabile cellulare super accessoriato in mano.

I giovani di Kyoto

Malgrado siano organizzati in gruppi numerosi e chiassosi, questi giovani di Kyoto non risultano mai invadenti, o peggio, insolenti; mai ho assistito a un contatto, uno screzio sia pur minimo, ad un momento di nervosismo. Questi ragazzi si muovono con una grazia e una disinvoltura ammirevoli in mezzo alla folla, scivolano tra la gente senza lasciare alcuna traccia; si disperdono, ad esempio a causa di un semaforo rosso (che tutti i pedoni rispettano religiosamente), o dell’incrocio con un altro gruppo di ragazzi o turisti. E si ritrovano, quasi per magia, su un marciapiede lontano o sulla banchina del lungofiume, rivelando una capacità estrema di gestire i propri movimenti nel fluido viscoso della folla.

Una dote che io e mia moglie certo non avevamo… Il primo segnale della nostra inadeguatezza lo abbiamo avvertito all’inizio della passeggiata. Si trattava di attraversare semplicemente la strada che da Gion conduceva al ponte. Cosa da nulla, in ogni altra città e in qualsiasi altro momento della giornata, ma non quella sera di sabato alle 21 suonate. Neppure il tempo di capire dove attraversare e ci siamo trovati circondati da una massa di gente che in pochi secondi ha occupato ogni centimetro libero del marciapiede.

Attraversare una strada con semaforo a Kyoto

Senza mai toccarsi l’uno l’altro, senza nemmeno sfiorarsi, tutti i nostri compagni di attraversamento si sono sistemati ordinatamente uno appresso all’altro, in una massa compatta simile a quella delle api in un alveare. Il motivo di tale disposizione lo abbiamo compreso subito: il semaforo verde, a Kyoto, dura pochi secondi, sicché, o passi subito o aspetti la prossima luce verde. Ciò che è capitato a noi è facilmente immaginabile: bloccati nella massa, quasi impediti di muoversi in un senso o nell’altro, ci siamo sentiti letteralmente trascinare verso il marciapiede opposto. Che però non era la destinazione verso cui dovevamo andare…

Pertanto, fatti furbi dall’esperienza, per l’attraversamento seguente abbiamo adottato una tattica diversa: ci siamo collocati proprio accanto al palo del semaforo (nessuno avrebbe potuto mettersi davanti a noi), e quando è scattato il verde ci siamo precipitati nella direzione voluta.  A questo punto restava “solo” da gestire il problema conseguente, ovvero la gestione dell’impatto con il muro di gente che attraversava in senso inverso… Memori dell’esperienza maturata a Shibuya, eravamo abbastanza preparati per questa situazione, e non abbiamo avuto problemi, pur avendo spintonato senza ritegno qualche malcapitato passante.

Cosa fare il sabato sera a Kyoto

Tornando a considerazioni più genuinamente turistiche, suggerirei di immergersi senz’altro in questa atmosfera gioiosa e serena che si respira a Kyoto il sabato sera, magari seguendo un itinerario che chiamerei “Struscio e Tempura“:

  • Prima che sia troppo tardi, direi che sarebbe il caso di andare a Hanamikoji Dori, ovvero la via più caratteristica e tradizionale di Gion. Tra le 18 e le 20 si vedono molti cittadini di Kyoto passeggiare vestiti con i loro tradizionali kimono, sia uomini che donne, e le occasioni di fare belle foto non mancano di certo. In questa come nelle vie attigue è possibile incontrare anche le geishe, sempre però restando vigili e con la macchina fotografica col colpo in canna.
  • Per mangiare suggerisco di abbandonare Gion, dove i ristoranti sono un po’ troppo costosi, attraversare il ponte – andare quindi verso occidente – e scegliere uno dei tantissimi locali, piccoli e grandi, che sorgono un po’ dappertutto. I ristoranti più prestigiosi, o almeno alcuni di essi, si ergono sul fiume e possono ospitare parecchie decine di persone grazie alle piattaforme che si protendono sul fiume. In alternativa, in alcuni vicoli vicini si incontrano locali più tradizionali, spesso mono-alimento, certamente più abbordabili. Infine, se proprio si vuole risparmiare, ci sono sempre i ristoranti con i Set-menu dei centri commerciali lì appresso, ma bisogna tenere conto che chiudono presto.
  • Dopo essersi abbuffati di tempura e soba freddi, armarsi di pazienza e provare a forzare il muro di gente che passeggia per una strada, di cui non ricordo il nome, ma che è parallela al fiume ed è delimitata da due canali. Del resto si riconosce subito, basta vedere quanta gente ci va. Qui sorgono molti locali notturni, alcuni abbastanza equivoci, a giudicare dalle signorine che li presidiano, e dai buttafuori, tutti invariabilmente in completo nero, occhiali neri e auricolare vistosamente in evidenza. Ad ogni modo consiglio di ricorrere al locale con karaoke come ultima chanche per concludere la serata: è molto più divertente andare su e giù per la città, lo garantisco.

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