Restare al buio in Sri Lanka: come evitare di andare nel panico

Il blackout è l’evento più disorientante che possa capitare durante una vacanza. Può trasformare una bella serata in una notte di incubo. E’ in grado di rovinare momenti esaltanti, come una sera in discoteca o al cinema, o anche più prosaici, come leggere un libro o guardare la TV. Quando avviene, ecco che improvvisamente piombiamo in un buco nero dove il tempo si è dilatato, lo spazio intorno a noi è scomparso, le uniche percezioni che ci sono rimaste sono quelle che normalmente ci servono meno.

Tutto questo può accadere ovunque, naturalmente. Tuttavia, restare al buio in Sri Lanka ha un sapore più amaro ed è una esperienza a cui consiglio di fare il callo, perché avviene spesso. Tanto spesso che mi è sembrato un po’ sospetto. In nessun altro posto al mondo sono stato sorpreso da così frequenti blackout in così poco tempo e in un luogo così limitato. Li ho subiti ovunque: a Galle, a Udawalawe, a Ella, per non parlare di Nilaveli, dove erano all’ordine del giorno.

Restare al buio, tuttavia, può renderci la serata molto speciale: in alcuni luoghi tutto a un tratto vedi cose che non sospettavi neppure esistessero; oppure riesci a sentire rumori soavi o, al contrario, da fare accapponare la pelle. Insomma, le tue esperienze percettive migliorano e l’esperienza, in fin dei conti, può essere addirittura piacevole. Allo stesso tempo, tuttavia, la mancanza di energia elettrica rende inutilizzabili i dispositivi elettronici che ti accompagnano durante la vacanza. Avevi messo in carica il cellulare, la macchina fotografica o la videocamera? Tutto tempo perso. Il blackout ha appena mandato all’aria uno dei momenti tecnici fondamentali di qualsiasi viaggio moderno, quello della ricarica: e noi, turisti ossessionati dalla raccolta di immagini, clip e selfie, ci sentiamo cadere il mondo addosso!

Pertanto, diamo qualche consiglio su come affrontare una vacanza che preveda qualche momento “buio” come quello appena descritto. Innanzitutto, consiglio di portarsi dietro più di un caricabatteria da viaggio. Possibilmente molto potente, da 3-4 cariche contemporanee. Serviranno a tamponare temporaneamente quelle situazioni in cui il cellulare o la videocamera ti abbandona (per non parlare del tablet, del kindle o del lettore Mp3…).

Restare al buio in Sri Lanka è frequente anche nelle città. A Kandy ci è successo mentre percorrevamo un viottolo che sembrava una specie di scorciatoia per raggiungere il nostro albergo. In quel caso ci sono state utilissime le torce del cellulare, che notoriamente, si sa, consumano molta batteria. Mantenere in buona salute il proprio cellulare, quindi, mi pare una pratica sensata, al di là dell’uso che ne facciamo normalmente.

In breve: caricate i dispositivi tutte le volte che è possibile e ovunque sia possibile. Per esempio quando andate a cena fuori e il dispositivo non vi serve. In quel caso, in molti alberghi, è necessario utilizzare la chiave per attivare l’impianto elettrico. Se uscite dalla camera non potete lasciare in carica alcunché. Niente paura, il trucco c’è. Basta creare un facsimile della piastrina che si infila nell’apposita feritoia ed è fatta. Io ho utilizzato una volta la mia tessera sanitaria, un’altra un semplice cartoncino pressato ed ho ottenuto, in entrambi i casi, lo scopo che mi prefissavo.

Infine, due parole a proposito dell’immagine di questo post. Illustra un momento scenicamente irripetibile di un blackout a Udawalawe, in piena riserva naturale. Ecco quindi un momento splendido, indimenticabile, da tramandare ai posteri con l’orgoglio di averlo potuto ritrarre. I disagi della serata senza luce, lo assicuro, sono passati in secondo piano.

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