Le bevande al tè verde di Kyoto

Ciò che viene così baldanzosamente mostrato in questa foto è una bevanda che a Kyoto letteralmente spopola. Si tratta di una densa broda fredda a base di tè verde, dalla consistenza densa e dal colore, come si vede, che definirei “verde gramigna”. E’ venduta – a caro prezzo, peraltro – in alcuni localini disposti strategicamente lungo i percorsi turistici più famosi e allo stesso tempo più faticosi della bella città giapponese.

I giapponesi l’adorano. I turisti stranieri, per spirito di emulazione, si accodano in interminabili file per acquistare l’agognata bevanda, sperando in chissà quale elisir di gusto e freschezza…

Invece si tratta di una emerita porcheria. Un miscuglio di ghiaccio e microscopiche foglioline di tè verde, emulsionate nell’acqua, dal sapore di erba di campo appena falciata, addolcita con pochissimo zucchero, così densa che si fa fatica perfino a tirarla su con la cannuccia…

Sorbirla risulta una vera condanna, posso assicurarlo. E anche dopo averla faticosamente consumata – io non ce l’ho fatta, l’ho gettata prima, per giunta disperandomi perché non riuscivo a trovare il contenitore della differenziata giusto – ha lasciato strascichi davvero inquietanti. Infatti, appena mezzora dopo, ho cominciato ad avvertire movimenti strani nello stomaco, un sommovimento sospetto, come quando hai un languore di fame, ma molto più forte e disgustoso. Anche mia moglie, che adora qualsiasi tipo di tè e ha uno stomaco molto più coriaceo del mio, ha avvertito gli stessi disturbi. Durati peraltro fino a pomeriggio inoltrato, quando per cacciare via dalla bocca quel sapore, siamo stati costretti ad entrare in un bar francese e prendere un caffè lungo, zuccheratissimo, e qualche pasticcino.

La verità è che quasi tutti i prodotti a base di tè verde sono francamente molto deludenti. Anche il gelato, dall’inconfondibile colore verde rame e a base di soia (il latte non viene molto usato laggiù), immancabile in qualsiasi chiosco artigianale di Kyoto, è un alimento poco gustoso, dall’aroma appena intuibile, sempre troppo poco dolce per risultare gradevole e soddisfacente alla stessa stregua di un gelato delle parti nostre.

Il tè verde viene utilizzato anche per le granite, o per meglio dire delle grattacchecche locali: mettono in una capiente ciotola di porcellana una cupola di ghiaccio tritato finemente; sopra versano dei fagioli rossi e su tutto colano un densissimo sciroppo verde scuro al tè verde. I primi bocconi sono appena passabili, per via dei fagioli rossi, ma poi i fagioli finiscono, rimane il ghiaccio e il tè verde, che nel frattempo è colato sotto, ed è tutta un’altra storia. Ho visto pochi stranieri arrivare al fondo della ciotola.

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