Il té di Sri Lanka: le varietà più diffuse

Un resoconto di un viaggio in Sri Lanka non sarebbe completo se non accennassimo al suo famosissimo tè. In un altro articolo ho già raccontato dell’escursione alle più famose piantagioni del paese, quelle appartenute un tempo a Sir Thomas Lipton. Non si trattava di una escursione naturalistia fine a se stessa, organizzata semplicemente per osservare bei paesaggi e stupendi panorami. Era solo l’antipasto di quella che a Sri Lanka è la tappa obbligata, imprescindibile, ineludibile di qualsiasi programma di viaggio: la visita alla fabbrica di tè.

Ad essere onesti, non si è trattato proprio di un agguato. In realtà avevamo deciso questa tappa insieme a Manjula ed era sicuramente uno dei momenti più attesi da parte di Daniela e Sergio, gran consumatori di questa bevanda. Noi abbiamo assecondato la cosa pensando che alla fine, tutto sommato, non sarebbe stato male capire qualcosa in più di un prodotto che da due secoli è il simbolo dello Sri Lanka.

La fabbrica di tè che era stata scelta da Manjula è uno degli edifici più imponenti e antichi di Nuwara Eliya. Un grande blocco di cemento e acciaio che si protende su una valle spettacolare, uno dei panorami più belli di Sri Lanka. Infatti i turisti non vedono l’ora di raggiungere la terrazza per fare foto, riprese e selfie, tralasciando spesso la visita alla fabbrica vera e propria, che si svolge ai piani inferiori. Noi ovviamente non potevamo farlo e dunque ci siamo predisposti, chi con maggiore chi con minore benevolenza, a sorbirci la visita guidata.

Visita che è stata condotta impeccabilmente da una graziosa donnina in costume tradizionale azzurro e rosa, con tanto di pancino di fuori. Ci ha spiegato tutte le fasi della produzione del tè: la coltivazione, la raccolta, la cernita, il trattamento delle foglie. Ci ha mostrato come il tè viene suddiviso per qualità delle foglie e come queste foglie, a loro volta, fossero classificate in maniera diversa a seconda della loro posizione sui rami della pianta. Dopo un po’, lo confesso, non sono riuscito più a seguirla (parlava un inglese corretto ma condizionato dall’accento) e mi sono rilassato, pensando a fare foto e a godermi la passeggiata.

In pratica, ci sono tre tipi fondamentali di tè al mondo. Questi derivano tutti, senza eccezione, da una unica specie di pianta, la Camillea Sinensis, che come dice il nome, è di origine cinese. La differenza tra i tipi la fa unicamente il terreno, il clima, l’acqua, l’altitudine. E il trattamento delle foglie, ovviamente.

Black Tea

La varietà di tè preferita dai cingalesi è il Black Tea, peraltro il più comune in circolazione. Il tè nero di Sri Lanka è considerato inoltre il più biologico del mondo, essendo coltivato senza utilizzare nè pesticidi né additivi di alcun genere. Il tipico colore scuro deriva dalla sua lavorazione. Le foglie – rigorosamente raccolte a due a due – vengono poi appassite, arrotolate e fermentate, quindi essiccate e setacciate ulteriormente. Dopo quest’ultima operazione le foglie vengono divise per gradi di qualità, determinati a loro volta dalla propria grandezza. Alcune infatti sono rimaste integre, altre si sono sminuzzate, altra ancora sono state ridotte in polvere. Ogni grado ha un colore e una intensità si sapore diverso, come spiegherò oltre.

Green Tea

Il tè verde di Sri Lanka fino a qualche tempo fa non era considerato un prodotto all’altezza del suo cugino tè nero, ma oggi è diventato molto richiesto, sopratutto all’estero. Il processo di produzione è diverso da quello del tè nero, anche se le foglie provengono dallo stesso tipo di pianta. A differenza del primo, infatti, le foglie non vengono fermentate, e così mantengono i loro elementi antiossidanti intatti. Le foglie quindi vengono appassite e riscaldate, quindi arrotolate prima della essicazione e setacciatura. Il sapore del  Green Tea è molto più delicato di quello del Black Tea, come sicuramente sapranno gli appassionati di questa bevanda.

White Tea

Infine il prodotto più raffinato di tutti: il tè bianco. E’ il prodotto esclusivo per eccellenza ed è anche il più costoso. Tale condizione è dovuta al mondo in cui viene raccolto. Per ottenere il tè bianco, infatti, si raccolgono unicamente le gemme della pianta, e solo all’alba! Questi boccioli non sono neppure essiccati e vengono arrotolati a singolarmente a mano. Il sapore del tè bianco, peraltro, è appena distinguibile. A prima vista appare come acqua sporca, tanto per darne un’idea visiva. Tuttavia è il tè più salutare di tutti, mantenedo integre tutte le componenti antiossidanti della foglia.

La classificazione per gradi della foglia

Per concludere questa breve esposizione, torno sui gradi a cui accennavo sopra, in modo da spiegare l’immagine che ho scelto per questo articolo. Alla fine del processo di produzione avviene il setacciamento delle foglie, che le suddivide in base alle dimensioni. La classificazione che ne segue riguarda quindi la dimensione e l’aspetto della foglia prodotta.

I gradi a foglia intera sono:

  1. OP (Orange Pekoe); le foglie appaiono lunghe, filiformi e sottili. E’ il grado più elevato della classificazione.
  2. Pekoe: presenta foglie corte e più contorte rispetto a quelle dell’OP.
  3. OPA (Orange Pekoe A): ha foglie lunghe, grasse, leggermente aperte.
  4. OP1 (Orange Pekoe 1): ha caratteristiche simili a quelle dell’OP, ma la foglia è ancora più fine.

I gradi a foglia spezzata sono:

  1. BOP (Broken Orange Pekoe): è il tipo di tè più ricercato. La foglia ha una dimensione media.
  2. BOPF (Broken Orange Pekoe Fanning): la foglia è piuttosto piccola. E’ la varietà più comune in Sri Lanka
  3. BOP1 (Broken Orange Pekoe 1): la foglia di questo grado è filiforme e di media lunghezza.
  4. FBOP (Flowery Broken Orange Pekoe): la foglia è più ruvida e sminuzzata e comprende una buona quantità di cime.
  5. FBOPF (Flowery Broken Orange Pekoe Fanning): le foglie sono ridotte ma simili a quelle BOP.
  6. FBOPF1 (Flowery Broken Orange Pekoe Fanning 1): questo grado consiste di foglie di dimensioni maggiori rispetto a qualsiasi altra varietà.
  7. PF1 (Pekoe Fanning 1): la foglia è ridotta a poco più di una polvere. E’ il tè che viene messo nelle bustine.
  8. Dust 1: la foglia è ridotta a particelle fini granulari, ideale per la produzione commerciale.
  9. Silver Tips: questo grado comprende le cime più fini, dalle foglie lunghe e di colore argentato.

Alla fine della visita ci è stata offerta una degustazione. Condotta con molto garbo e pazienza dalla nostra giovane anfitrione ma viziata dal pressante, sia pur velato invito ad acquistare qualcosa. Il posto in cui ci trovavamo, infatti, era una enorme esposizione di scatole di tè di tutte le forme e dimensioni, suddivise per scaffali e per tipologia. Un vero paese della cuccagna per i nosti amici che, dopo aver assaggiato tutto ciò che si poteva, hanno dato fondo al portafogli, acquistando parecchie varietà di tè confezionato. Anche mia moglie non ha saputo resistere. Adesso il tè ai frutti di bosco che comprammo allora mi guarda severo dalla mensola su cui è finito, assaggiato una volta e ormai semi abbandonato…

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