Sri Lanka in auto, con qualche disservizio

Il nostro viaggio in Sri Lanka si è appena concluso. Sono stati 15 giorni pieni, ricchi di emozioni e sorprese, che ci hanno permesso di conoscere un po’ più a fondo un paese piccolo ma meraviglioso, abitato da gente dignitosissima e di una gentilezza assoluta.

Come anticipato qui, il tour è stato concordato con un agente di viaggio locale, molto quotato sui social, che risponde al nome di Manjula Wijesekera (http.//www.ciaosrilanka.com). Costui ha accettato sostanzialmente l’impostazione del nostro viaggio, che prevedeva un margine ampio di indipendenza nella scelta degli alberghi e delle destinazioni, suggerendo solo alcune varianti che – a conti fatti – sono risultate indovinate. Il viaggio si è svolto solo con l’accompagnamento di un autista, Antonio, un ragazzo molto simpatico, sebbene decisamente alle prime armi del mestiere. Allegro e spensierato, costituiva un’ottima compagnia quando la situazione prevedeva momenti di relax e svago; assolutamente inadeguato invece quando bisognava svolgere un ruolo di sostegno e di consiglio, cosa che deve far parte delle mansioni di un autista locale.

Lo stesso Manjula, pur dimostrando una certa competenza generale, ci è sembrato un po’ carente in quanto a professionalità pura e semplice. Una cosa è indicare dieci-dodici destinazioni e fornire indicazioni generiche su come arrivarci; un’altra è suggerire ciò che davvero serve al viaggiatore e che nessuno può conoscere al di fuori di una guida del posto. Faccio un esempio: se io chiedo a una guida di Roma di organizzarmi la visita per i Musei Vaticani e il Colosseo in una giornata, costui non può limitarsi a dire che si può fare e poco altro. Deve informarmi del fatto che per entrare ai Vaticani occorre fare una fila di 2 ore; idem al Colosseo. Quindi dovrebbe suggerirmi di acquistare i biglietti online e non limitarsi a affermare “penso a tutto io”.

L’episodio che ci ha più contrariato, in tal senso, è stato il trasferimento in trenino da Ella a Nanu Oya. Un classico di ogni tour che si rispetti in Sri Lanka. Fin troppo frequentato, sia dai turisti che dai locali, se dovessimo utilizzare il senno del poi. Ci siamo trovati a salire su un treno che era già al limite della capienza; dopo due fermate si è tramutato in un carro bestiame in cui stavamo stretti l’uno all’altro come acciughe in un barattolo; in breve ci siamo visti sospingere dalla seconda classe alla terza senza poter fare nulla per riprendere la posizione. Dei famosi scenari naturali tanto decantati dalle guide di viaggio non abbiamo visto nulla o quasi, impegnati per lo più a restare in piedi ed evitare spinte e pestoni dei nostri vicini.

Questa esperienza massacrante è stata condivisa da altre persone e quindi non sarà una novità per chi l’ha vissuta. Quando ci siamo lamentati con Manjula dell’avventura, lui ci ha risposto che non poteva sapere di tale affollamento. In fin dei conti l’organizzazione del viaggio aveva sempe funzionato egregiamente e noi, semplicemente, eravamo stati particolarmente sfortunati.

Poi però ha aggiunto che il periodo era critico perché le scolaresche facevano quel viaggio tutti i giorni (e ce ne siamo accorti); quando gli ho fatto notare che esisteva anche la prima classe, e quindi sarebbe stato meglio prenotarla – il viaggio era stato concordato con lango anticipo e aveva tutto il tempo di farlo – lui ha obiettato che non era possibile per un agente locale prenotare quei posti senza il passaporto e la carta di credito del cliente. Insomma, pur essendo in possesso di tali informazioni, non ce le ha comunicate a tempo debito, lasciandoci in balia della fortuna. Se questa non è mancanza di professionalità, come possiamo definirla?

Ad ogni modo, il viaggio ha funzionato nelle sue linee generali: siamo andati in tutti i posti concordati, non abbiamo pagato un centesimo per gli ingressi, abbiamo avuto tutto il tempo che desideravamo per girare i luoghi e per rilassarci quando lo chiedevamo.

Di seguito le principali tappe descritte in ordine cronologico.

Galle (1 notte)

Una delle mete più affascinanti della costa ovest dello Sri Lanka. Una bella fortezza olandese, protesa sul mare, chiese, fari e una cucina davvero sopraffina.

Udawalawe (1 notte)

A lungo indecisi tra Yale e Minneriya, alla fine abbiamo scelto Udawalawe come destinazione del nostro safari. Una scelta che non ci ha premiato in quanto ad animali avvistati, certo, ma ci ha permesso di ammirare un paesaggio straordinario più simile a una savana che a una giungla.

Ella (2 notti)

Una tappa suggerita dal nostro tour operator che si è rivelata molto interessante e divertente. Si tratta di una località vivace, piena di locali e ristoranti ma radicata in un territorio ancora tradizionale e per molti versi incontaminato.

Kandy (3 notti)

La città al centro della nostra visita, sopratutto dal punto di vista culturale. La circostanza di poter assistere alla festa religiosa più importante del paese, l’Esala Perahera, la rendeva anche la tappa cruciale del viaggio. Peccato che della festa abbiamo visto ben poco…

Sigiriya (3 notti)

La località più intrigante al centro del cosidetto “Triangolo culturale”. Un bel albergo, una campagna splendida, alcuni dei monumenti più interessanti della storia dello Sri Lanka.

Nilaveli (4 notti)

Abbiamo scelto Nilaveli (Trincomalee) perché in questa stagione il monsone “tira” dall’altra parte dell’isola, quindi da ovest. In teoria era il momento ideale per andare a mare in Sri Lanka. La spiaggia è fantastica, niente da dire, ma la località è ancora nella fase pionieristica del turismo…

 

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