Il caso Matey Hut, ovvero il potere del passaparola

Trovare un posto dove mangiare, a Ella, non è davvero un problema. I locali che offrono cibo, che siano ristoranti veri e propri, bar con cucina o chioschetti arrangiati ai lati delle strade, sono innumerevoli. Che poi il cibo sia sempre di buona qualità, o comunque sufficientemente appetibile, questo è un altro paio di maniche, e comunque risponde agli stessi principi che governano tutti i luoghi turistici del mondo.

Ma c’è un luogo che va oltre qualsiasi aspettativa, e non proprio – o non solamente – per la prelibatezza della sua cucina. Si tratta del Matey Hut, il ristorante con più recensioni in assoluto su TripAdvisor. Un caso che rasenta il mistero, a mio modo di vedere, perché questo ristorante a tutto assomiglia meno che a un luogo in cui mangiare.

Il Matey Hut, infatti, è quello illustrato nelle foto di questo post. Una catapecchia. Di giorno appare come una baracca semi-abbandonata, in balia degli elementi, con strutture quasi in stato di decomposizione. Un agglomerato di pezzi eterogenei (foglie di palma, lamiere, stuoie di bambù, pezzi di legno, parti di altre costruzioni, plastica varia) messi insieme per creare una forma che abbastanza vagamente assomiglia a una abitazione. Ci passi accanto e non ti sfiora neppure un istante l’idea che quello possa essere il posto più in voga di Ella.

Il Matey Hut visto dalla ferrovia

E difatti, se non era per il mio amico Sergio, che consultava in continuazione il web alla ricerca di posti caratteristici, nessuno di noi lo avrebbe mai capito. La prova l’abbiamo avuta la sera stessa del nostro arrivo. Fin dalle 18:30 del pomeriggio, abbiamo notato una fila di persone disposte ordinatamente (e pazientemente) sulla strada in salita che costeggia l’edificio. Tutti stranieri. Aspettavano il loro turno per gustare qualche piatto tipico all’interno della baracca, e non avrebbero ceduto il proprio posto per nessuna cosa al mondo.

D’altronde è questo il potere del passaparola. Che su Internet diventa più efficace di qualsiasi altro mezzo di comunicazione. Probabilmente nel corso degli anni la fama di questo locale è cresciuta grazie alle opinioni di chi vi ha mangiato. Tali opinioni, originariamente affidate a messaggini, sms, email, recensioni occasionali su giornali o riviste, in seguito sono state amplificate dai social e sono divenute virali, come si suol dire. Moltiplicandosi a autoalimentandosi con il passare del tempo.

Oggi non c’è nessuno che non consulta un sito, il proprio social di riferimento o quanto meno Google prima di intraprendere una azione. Dobbiamo acquistare un oggetto? Prima vediamo che dice la rete. Dobbiamo andare in un posto? Consultiamo preventivamente il web. Dove mangiamo stasera? Meglio affidarci ad Internet, magari evitiamo qualche brutta sorpresa…

Evidentemente lo stesso è avvenuto per il Matey Hut. Da bettola di campagna, sempre in bilico sulla strada e in balia degli elementi, è divenuta il ristorante a 5 stelle di Ella, l’unico posto – per inciso – dove è necessario fare la fila! Il passaparola ha convinto i potenziali avventori che questo edificio pericolante non è quello che sembra. Altrove non ci metteresti piede neppure se ti pagassero… qui fai la fila per ore e sei costretto a mangiare in fretta, perché i tavoli sono pochi e c’è altra gente in attesa che scalpita di fuori. In altre circostanze faresti il diavolo a quattro per avere più spazio e maggiore confort; qui sei disposto a issarti su uno sgabello dalle gambe storte, su un pavimento sconnesso, sotto un tetto di lamiera dal quale, quando piove, è probabile che penetri anche dell’acqua.

Alla fine esci dal Matey Hut soddisfatto: hai mangiato quel famoso Rice and Curry che solo qui lo sanno fare, ti sei immortalato con un selfie nel locale più sgarrupato della terra, hai condiviso il cibo con blatte e topi, ma che importa… Era il primo locale segnalato su TripAdvisor, e ci sei stato! Missione compiuta.

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