Il mio viaggio in Marocco del 2007 è stato realizzato tra agosto e settembre. Quindi nel periodo meno indicato per andare nel Nord Africa. Ma tale scelta non è stata il frutto di decisioni avventate, di improvvisazione o di chissà quale manifestazione di irresponsabilità. Rispondeva ovviamente a delle motivazioni precise, che intendo spiegare in questo articolo.
In teoria, ci sono destinazioni che dovrebbero essere visitate solo in determinate stagioni. E’ una regola aurea che qualsiasi viaggiatore dovrebbe rispettare, al momento di programmare una vacanza, perché il clima può influire pesantemente sulla riuscita del viaggio. Si pensi ad esempio ai paesi tropicali: andarci durante i monsoni è una scelta quantomeno insensata, visto che ti costringerebbe, per periodi di tempo indefinibili, a stare rintanato in albergo e aspettare i fugaci momenti di bel tempo. O i paesi nordici, la cui visita, in inverno, a parte l’indubbia suggestione dei paesaggi innevati, potrebbe esporci al freddo e al buio perenne per gran parte del viaggio.
Il discorso vale anche per i paesi del Nord Africa, ovviamente. Ma qui le differenze sono più sfumate. Ci sono ovviamente posti in cui sarebbe un suicidio andare in estate. Il deserto del Sahara, anche nelle sue propaggini più vicine al Mediterraneo, come in Tunisia o in Egitto, è off-limits per gran parte dei mesi estivi. Ma anche in inverno, progettare una escursione per le sabbie del Sahara potrebbe rivelarsi una avventura più dura di quanto ci si aspetti, date le basse temperature notturne e le sporadiche tempeste di sabbia. Nè estate né inverno, quindi? In teoria sì. Ma non sempre noi viaggiatori possiamo scegliere liberamente quando partire, si sa…
Questa lunga premessa serve unicamente a spiegare perché sono andato in Marocco in agosto. Una follia, si penserà, ma non del tutto. La mia scelta è stata determinata da motivazioni di varia natura, e nessuna di essa aveva a che fare con il clima. In primis, io e mia moglie potevamo partire, nel 2007, solo in estate inoltrata. In secundis, avevamo progettato il viaggio per tutto l’inverno insieme ad una coppia di nostri carissimi amici, Giovanni e Giovanna, con cui già altre volte avevamo intrapreso avventure simili (Turchia e Grecia).
Mettendo insieme le disponibilità di tutti e quattro, la scelta su quale periodo scegliere per il nostro agognato viaggio in Marocco aveva ben pochi margini: solo agosto e l’inizio di settembre. Quindi Marocco in piena estate, proprio ciò che le guide di viaggio si raccomandavano di non fare. Ma tant’è, non avevamo altra possibilità, e quindi ci siamo adattati, anche psicologicamente, alla situazione. Scelto il periodo, non restava che stabilire come realizzare questo viaggio: mezzi propri o mezzi pubblici?
Bisogna ammettere, a tal proposito, che il nostro viaggio in Marocco era pesantemente condizionato da una precedente, felice, esperienza di qualche anno prima in Turchia. Era il 2000 e noi quattro, abbastanza sconsideratamente, acquistammo solo un biglietto di andata e ritorno aereo per Istanbul e nient’altro. Il resto del viaggio venne realizzato direttamente in loco, noleggiando un’auto in uno scantinato del Corno d’Oro e muovendoci senza aver prenotato neppure un albergo. Ebbene, anche per il nostro viaggio in Marocco abbiamo deciso di intraprendere questa strada. Avremmo quindi noleggiato un’auto sufficientemente grande per ospitare noi quattro e i nostri bagagli (specie quelli di Giovanna). Il resto sarebbe venuto da sè, giorno per giorno, seguendo un itinerario di massima che avevamo pazientemente costruito nel corso di lunghe serate davanti al computer.
L’unica differenza con il 2000 è stata che l’automobile, questa volta, l’abbiamo prenotata dall’Italia.