La dotazione di tecnologia che ci portiamo appresso in vacanza è ormai al limite del paranoico. Macchine fotografiche, videocamere, un cellulare per persona, GameBoy del bambino, magari anche il drone… Ci vuole una valigia per contenere tutto questo ben di Dio. Siamo inoltre costretti ad accollarci i rispettivi caricabatterie, che sono spesso di tipo simile o utilizzati per la stessa funzione. Basta pensare ai cellulari: possederne di due marche diverse implica quasi sicuramente l’utilizzo di due caricabatterie diversi. E quando sono dello stesso brand non importa: ciascuno di noi non vuole privarsi del suo caricabatteria, perché non sia mai… come fai se i cellulari si scaricano allo stesso tempo?
Tuttavia all’estero tale comportamento si scontra con una realtà spesso agghiacciante: le prese di corrente non sono come le nostre. Chi lo sa già, probabilmente almeno una volta lo ha sperimentato di persona. Sulla propria pelle. Sfido chiunque a non riconoscersi in questa situazione tipo: arrivo nel paese straniero, vado in albergo, prendo possesso della camera e mi accorgo con raccapriccio che i fori delle prese sono tre, oppure sono dispoti a triangolo, o peggio ancora sono due fessurine strette e parallele… Niente che possa andare bene con le nostre rassicuranti spine a due poli. E allora che faccio?
In pochi secondi si prefigura la rovina improvvisa di ogni velleità vacanziera: niente più selfie in spiaggia; foto e riprese limitati al primo giorno; neppure la chiamata WhatsApp è più garantita… In pratica è la fine della vacanza! Allora ci precipitiamo nella hall per chiedere un adattatore. L’addetto risponde educatamente che non ne ha e ci invita ad andarcelo a comprare. Tira fuori la mappa della città e inizia a disegnare linee dritte e curve su di essa per indicarci il negozio di elettrodomestici più vicino. Nove volte su dieci si trova a 5 chilometri di distanza. E così la nostra tanto desiderata vacanza è costretta ad una pausa forzata perché il primo giorno viene dedicato quasi esclusivamente alla ricerca del negozio che venda adattatori elettrici per i nostri inutili dispositivi…
Quando poi finalmente troviamo ciò che cerchiamo, iniziamo a fare un po’ di conti. Ne servirà solo uno? Oppure due? Non sarà meglio prenderne tre, così posso mettere sotto carica anche il tablet? Allora meglio abbondare… Alla fine, tornati in albergo, ci accorgiamo che non esistono così tante prese a muro da poterci ficcare tutti i nostri nuovi adattatori! La beffa definitiva però avviene al ritorno a casa: che ce ne facciamo di tutti questi oggetti, che qui in Italia servono poco e valgono ancora meno? Li buttiamo? Li teniamo da parte nella prospettiva, un giorno, di tornare nel paese in cui li abbiamo acquistati?
Ebbene, anche a me succede la stessa cosa. Quasi sempre. Anche perché è difficile capire, prima di arrivare nel paese di destinazione, quali sono effettivamente le prese giuste di corrente. E’ il caso dello Sri Lanka. Anzi, si può dire che lo Sri Lanka è un esempio ideale per dare l’idea della confusione che regna attualmente in alcuni paesi in via di transizione tra un passato coloniale e uno più globalizzato.
In Sri Lanka, in effetti, le prese di corrente sono sostanzialmente di due tipi e si trovano indifferentemente anche all’interno della stessa camera. La presa più diffusa, ancora oggi, è quella a tre poli cilindrici, ovvero quella di tipo indiano. L’immagine del post mostra due adattatori di questo tipo. Il secondo sistema, altrettanto diffuso, è quello all’inglese: tre poli piatti disposti a triangolo. Chi possiede adattatori universali può utilizzare tranquillamente questo tipo di presa. Tutti gli altri dovranno seguire il percorso raccontato prima e cercarsi un adattatore locale.
Questa situazione però sta rapidamente evolvendosi verso forme che definirei ibride. Negli alberghi più moderni è facile trovare delle piastre a muro con tutte e tre i sistemi, uno accanto all’altro. Inoltre, le nostre spine a due poli, forzando un poco, entrano anche nelle prese all’inglese (resta poi da verificare se e come è possibile farlo, naturalmente). Molti televisori da camera, ho notato, hanno la spina europea ma vengono ficcati a martellate dentro le prese a tre piastrine e spesso lì rimangono (sfido chiunque a provare a estrarle). La globalizzazione quindi ha accelerato quella che può definirsi una rapida transizione verso una presa universale. E non è raro trovare negli alberghi adattatori già pronti per ospitare le nostre spine a due poli.
Quindi il consiglio è di aspettare prima di fare man bassa di adattatori inutili. Se gli alberghi scelti sono guesthouse o pensioni senza pretese, è facile che abbiamo ancora le prese più vecchie, ma è altrettanto probabile che il proprietario abbia la soluzione più adatta per voi. Negli altri alberghi, al salire delle stelle salgono anche le dotazioni tecnologiche; quindi è possibile che non ci sia mai bisogno di precipitarsi in strada per acquistare l’ennesimo adattatore elettrico della nostra vita…