Una gita a Nikko

Tokyo è una città che assorbe molto il visitatore straniero. E’ così piena di attrazioni e meraviglie che risulta difficile pensare di allontanarsene. Eppure c’è un luogo magico, antico, misterioso che vale la pena raggiungere, anche solo per mezza giornata, perché rappresenta tutto ciò che è esattamente l’opposto della capitale.

Dove a Tokyo la modernità, l’eccesso, l’eccentricità la fanno da padrone, qui si assapora la quiete del piccolo centro e la spiritualità di una religione che si fonde nella natura e da essa trae ispirazione. Questo posto è Nikko, posto a 140 km dalla capitale, un luogo discreto e imponente allo stesso tempo, specchio fedele di quel passato feudale che tanto ha condizionato la storia del Giappone.

Pertanto, se sentissimo l’esigenza di disintossicarsi della frenesia metropolitana, o di smaltire la sbornia di modernismo di Tokyo, ecco che Nikko fa proprio al caso nostro.

tempio a nikko
Una zona appartata del complesso di templi di Nikko

Arrivare a Nikko, malgrado i 140 km, è semplicissimo. Un treno qualsiasi per Utzonomia, poi si cambia e si prende la linea per Nikko: 80 minuti in tutto, su vagoni abbastanza comodi, e si arriva nella graziosa stazione della cittadina. Da qui iniziano le difficoltà.

Il parco che ospita i celebri templi è collocato al di sopra della città, tra le pendici e i primi pendii di una collina boscosa. Una strada in salita, dritta e non eccessivamente trafficata, porta alle prime scalinate, ma è proprio questa prima passeggiata a mettere in crisi i visitatori, soprattutto quelli pigri e poco allenati.

Noi eravamo fra questi: abbiamo subito optato per l’autobus turistico pensando che al limite, al ritorno, con la strada in discesa, avremmo compiuto il tragitto a piedi. La scelta si è rivelata sbagliata: l’autobus ha iniziato un lungo giro che in breve l’ha allontanato moltissimo dai luoghi di ingresso principale ai templi, sicché siamo stati costretti ad aspettare che completasse il tragitto per poter finalmente scendere alla fermata giusta.

Una volta giù ci siamo trovati davanti una larga strada ciottolosa in salita che conduceva alla biglietteria e di conseguenza all’ingresso principale del complesso. L’ambiente che ci circondava era fenomenale: alberi secolari dappertutto, acqua che scorreva in rivoli ordinati il cui gorgoglio faceva da gradevole sottofondo ai nostri passi. Dopo aver pagato il biglietto abbiamo capito perché questo luogo è tanto famoso in Giappone e nel mondo.

I templi sono davvero notevoli, considerando soprattutto che hanno parecchi secoli, e questo per il Giappone è piuttosto raro. Sono strutture prevalentemente costruite in legno, decorate magnificamente, ma senza quella pomposità e magnificenza delle pagode birmane o thailandesi. Ogni costruzione, al contrario, appare semplice, essenziale, con le decorazioni al posto giusto, non una di più non una di meno; gli spazi sono ricavati in modo razionale, elegante, funzionale. Tutto è stato creato in relazione all’ambiente che lo circonda, ovvero la grandiosa foresta di cedri e pini circostante. E’ lei, in ultima analisi, la vera meraviglia del posto.

Non starò qui a descrivere, per filo e per segno, le meraviglie architettoniche e naturali di Nikko. Ci vorrebbe un libro. Penso che lo slide-show sopra possa dare l’idea di quanto sia appagante girare per questi templi magnifici, possibilmente senza fretta, lasciandosi piacevolmente stordire dallo stridio delle cicale e dallo stormire delle fronde.

le tre scimmiette sacre
Le tre scimmiette sacre

Infine, due parole sull’attrazione principale e più famosa di Nikko: le famose tre scimmiette sagge che sovrastano, abbastanza anonimamente in verità, il frontone di una costruzione posta sulla spianata principale del complesso. I tre primati rappresentano una visione della vita che si riassume nei seguenti motti: non vedere il male, non dire il male, non ascoltare il male. Il principio di “non fare il male” – che in realtà è il più importante – sarebbe rappresentato da una quarta scimmietta, ma io non sono riuscito a scorgerla, forse non c’era. Questo pannello di legno intarsiato e vivacemente colorato è il più fotografato di tutti, a tal punto da dover lottare per assicurarsi un posto adatto per scattare la tua agognata foto, salvo poi accorgersi che la foto è venuta mossa per le spinte ricevute…

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