Questo episodio non ha nulla a che fare con le tematiche trattate in un blog di viaggi. Si tratta semplicemente di un momento di ilarità e allo stesso tempo di riflessione. Risale al giugno del 2011 e giuro che non lo dimenticherò mai. Niente di serio, naturalmente, tuttavia meritevole di essere raccontato.
Mettiamo in ordine gli eventi. Il 4 giugno del 2011 siamo partiti per la Thailandia, tappa intermedia del nostro viaggio in Myanmar. Il volo era della Egypt Air e prevedeva uno scalo piuttosto lungo al Cairo. Durante questo stop, ci siamo spostati dalla zona arrivi dall’Europa a quella partenze per il resto del mondo. Percorrendo i lunghi e anonimi corridoi dell’aeroporto mi sono accorto che le pareti erano tappezzate di enormi cartelloni pubblicitari inneggianti, quasi tutti, alla recente rivoluzione che aveva appena rovesciato il regime di Mubarak. Tutti queste affissioni mostravano una frase virgolettata e il nome di colui che l’aveva pronunciata, invariabilmente un grande personaggio dell’epoca.
Uno di questi manifesti mi ha colpito a tal punto da scattare immediatamente una foto, quella di copertina. La frase era attribuita all’allora premier italiano Silvio Berlusconi: “Non c’è nulla di nuovo in Egitto, gli Egiziani stanno facendo la storia, come al solito…“. Cavolo, mi sono detto, che bella frase! Quasi stentavo a credere che l’avesse pronunciata proprio lui. E comunque, bisognava dare atto al nostro capo del governo che poteva vantare di un credito piuttosto alto da quelle parti, pari a quello destinato ad altri grandi uomini politici.
Al ritorno…
Ebbene, al ritorno ripassiamo dallo stesso corridoio. Alzo lo sguardo al cartellone e, sorpresa, non c’è più Berlusconi! Al suo posto ho trovato questo:
In un primo momento penso di essermi sbagliato, di non aver visto bene. Tutto sommato sono passati solo 16 giorni dalla prima paseggiata. Ripercorro il corridoio al contrario, guardano con maggiore attenzione tutte le affissioni, ma di Berlusconi non c’è traccia, niente, sparito! Insomma, eliminato dal novero dei grandi uomini politici mondiali che esprimevano un giudizio positivo sugli egiziani e sulla loro rivoluzione.
Giungendo infine in Italia ho capito cosa era successo. Era l’inizio di quella drammatica estate, fra spread alle stelle e rischi di bancarotta, divisioni interne al partito e tradimenti politici, che portarono, in autunno, alla fine del Governo. Insomma, le fortune politiche di Berlusconi si erano infrante contro eventi più grandi di lui. Gli egiziani, che come lui stesso affermava, sanno fare la storia, se ne erano accorti in anticipo!