Parco Nazionale del Teide: come organizzare la visita al vulcano

L’isola di Tenerife vanta un campionario di attrazioni da far invida a qualsiasi altra località di villeggiatura: spiagge nere, panorami mozzafiato, natura rigogliosa, vita notturna da sogno… Ma c’è un luogo che nessun viaggiatore con un minimo di curiosità dovrebbe farsi sfuggire: il Parco Nazionale del Teide. E ancora meglio: il suo vulcano, il Teide appunto, una delle meraviglie naturali più imponenti della Spagna e del mondo, che domina il paesaggio dell’isola da qualsiasi parte lo si osservi.

Visitare il Teide è quindi una delle attività che non dovrebbero essere assolutamente trascurata durante un soggiorno a Tenerife. Per molti motivi, ovviamente, tra i quali il più importante, a mio avviso, è che il Teide, attualmente, è il vulcano più “accessibile” in circolazione, uno dei pochi che può essere raggiunto e percorso in lungo e in largo quasi fino alla sommità senza soverchie difficoltà. Ma visitare il parco non è una passeggiata; sicuramente non è una questione da sbrigare in mezza giornata per poi tornare ad abbrustolirsi sulle spiagge dell’isola. Visitare l’area intorno al vulcano richiede una pianificazione accurata, perché le cose da vedere sono tante e parecchio distanti l’una dall’altra. Ma vedremo in seguito come fare.

Iniziamo con il descrivere questo enorme mostro che incombe sull’isola di Tenerife da milioni di anni, producendo, di quanto in quanto, qualche catastrofe naturale. Con i suoi 3.715 metri sul livello del mare, il Teide è la montagna più alta della Spagna, ma la sua imponenza è ancora più notevole se si pensa che si eleva per circa 7.500 metri sopra la piattaforma oceanica, rendendolo il terzo vulcano più alto del mondo dalla sua base, dopo il Mauna Loa e il Mauna Kea nelle isole Hawaii (fonte Wikipedia).

Il Parco Nazionale del Teide è Patrimonio UNESCO. Tutta l’area che circonda il grande cono è diventata parco nazionale nel lontano 1954 e il 2007 è divenuto a tutti gli effetti Patrimonio dell’Umanità, essendone riconosciute le sue eccezionali caratteristiche geologiche e la sua biodiversità. Il Teide, malgrado le apparenze, è considerato un vulcano attivo a tutti gli effetti. L’ultima eruzione risale al 1909 ma l’attività sotterranea c’è eccome e viene costantemente monitorata dall’istituto vulcanologico locale.

Se lo scopo è di vedere la maggior parte delle sue bellezze naturali, una visita al Parco dovrebbe durare almeno 2 giorni. Il primo serve sostanzialemnte per arrivare in zona: il massiccio del Teide è un’area molto vasta e le strade, pur essendo tutte in ottimo stato, non sono propriamente scorrevoli. L’unica che raggiunge la stazione della funivia “La Rambleta” (quella da cui parte l’escursione al vulcano) è la TF-1. Che nel primo tratto (una quaratina di chilometri) si arrampica sui pareti boscose in un susseguirsi di curve a gomito e precipizi mozzafiato. Solo dopo essere arrivati su un vastissimo altipiano la strada diventa meno nervosa e anche l’autista, finalmente, può rilassarsi e godersi il panorama. Ma da qui al Teide ce ne vuole ancora… Il primo giorno, quindi, lo dedicherei al trasferimento in quota e al tempo di orizzontarsi e pianificare le visite del pomeriggio.

Il secondo giorno dovrebbe essere destinato quasi interamente all’ascesa al vulcano. Direi di partire presto, così da evitare la grande ressa all’ingresso della funivia e godersi il panorama dell’isola con la luce più idonea. Per salire alla vetta del cratere (il “Pico del Teide“) è necessario un permesso speciale gratuito rilasciato dalle autorità del Parco Nazionale, da richiedere con anticipo (spesso mesi) a causa della limitazione del numero di visitatori per preservare l’ambiente. Per tutti gli altri mortali (o i più sfortunati) resta la zona immediatamente al di sotto del Pico (appena 123 metri più in basso), ricca di sentieri di trekking e di ottimi punti di osservazione sul panorama sottostante.

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