Petra non è una semplice visita ad un sito archeologico: è una prova di forza, determinazione, coraggio, da affrontare con la dovuta preparazione sia fisica che mentale. Senza lasciare niente al caso o all’improvvisazione del momento. Petra è in grado di mettere in ginocchio chiunque, anche il più preparato, e non perdona nessuno sbaglio. Per questo è opportuno pianificare per bene la visita tenendo conto di tutti i fattori in ballo: i tempi, il clima, le distanze, la propria preparazione fisica, la folla, ecc..
Petra è un sito archeologico che mette alla prova ogni sicurezza. Si tratta di un’area enorme, che può rivaleggiare con altri luoghi altrettanto estesi come Bagan (Myanmar), Angkor Wat (Cambogia), Teotihuacan (Messico) o anche la nostra Pompei. Inoltre, è caratterizzato da una morfologia piuttosto articolata, che presenta numerosi dislivelli, anche difficoltosi, lunghi tratti sotto il sole, salite ripide, sentieri accidentati. Le attrazioni più importanti, inoltre, sono dislocate in zone a volte molto distanti l’una dall’altra, costringendo i visitatori a lunghi trasferimenti sotto il sole a picco. La quantità di monumenti da visitare, infine, è troppo elevata per pensare di poterli vedere tutti in un solo giorno, anche se si sceglie di arrivare presto al sito. Occorre una stragegia accurata, intelligente, che tenga conto di cosa vale la pena vedere, come raggiungerlo, come distribuire le energie nel corso della visita.
Date queste premesse, è chiaro che la soluzione ottimale è scindere la visita a Petra in due giorni. Opzione vantaggiosa sotto molto aspetti. In primo luogo, il Jordan Pass consente l’acquisto di uno/due/tre ingressi a Petra, a prezzi decisamente vantaggiosi. Il costo del Jordan Pass che comprende un solo ingresso a Petra è di 70 Jod; 75 Jod per due ingressi; 80 Jod per tre ingressi. E – si badi bene – si tratta di un pass che riguarda anche molte altre attrazioni giordane, non solo Petra. Al contrario, ogni ingresso acquistato direttamente presso la biglietteria costa 50 Jod. Quindi parliamo di un risparmio notevole.
Distribuire la propria esperienza su due giorni, inoltre, consente di ridurre l’area da visitare a dimensioni più “umane”. Cosicché diventa più facile selezionare le attrazioni da vedere, calcolare correttamente i tempi necessari per raggiungerle, calibrare le proprie energie in base alle distanze, permettersi qualche sosta, più che mai necessaria se la visita si svolge in estate. Il mio consiglio è di inserire in ciascun percorso giornaliero almeno una asperità: il primo giorno, per esempio, si potrebbe tentare la scalata al Monastero; il secondo giorno la visita alle Tombe Reali. E vedere tutto ciò che sta nell’area scelta senza ammazzarsi di fatica e senza temere di aver trascurato qualcosa di importante.
Quanto ai consigli pratici, c’è poco da dire. L’abbigliamento deve essere comodo, non eccessivamente succinto, specie in estate, perché il sole è davvero implacabile. Utilizzare quindi creme solari e cappelloni a larghe falde, che proteggono soprattutto la nuca, la più esposta alle offese del sole. E per quanto possibile camicie a manica lunga. Le scarpe devono essere da trekking, non ci sono discussioni. Le scarpe da ginnastica non vanno bene, a mio modo di vedere, perché non hanno una suola sufficientemente rigida da mitigare le asperità del terreno.
Altra raccomandazione: portare una quantità sufficiente di acqua e qualche snack. La disidradazione, in un luogo secco e assolato come Petra, è sempre dietro l’angolo e può essere molto pericolosa. Due litri d’acqua a persona sono sufficienti, e all’occorrenza è possibile rifocillarsi presso alcune caffetterie interne al sito – peraltro piuttosto care. Qui è possibile mangiare qualche manicaretto locale o una buona pizza, ma la maggior parte delle persone sfrutta questi luoghi di aggregazione solo per trovare una sedia e riposarsi, costi quel che costi…
Ultima considerazione: Petra è aperta dalle 6:00 alle 18:00 in alta stagione (e quindi anche in estate). Consiglio di arrivare all’alba, decisamente. Se le sei del mattino possono sembrare un orario esagerato, posso assicurare che in certi periodi dell’anno è proprio l’orario giusto per raggiungere il sito. La prima parte del percorso, infatti, si svolge lungo un canalone roccioso privo di qualsiasi riparo dal sole. La seconda percorre il Sik, il pittoresco canyon immortalato da “I predatori dell’Arca perduta”, che in certe ore centrali della giornata viene attraversato da un vento caldo e secco come quello emesso da un phon per capelli.
Visitare Petra al mattino presto è una scelta intelligente anche per un altro motivo: nel corso della giornata il flusso di turisti aumenta in maniera esponenziale, come è naturale. Se all’inizio della mattinata si tratta in maggioranza di visitatori stranieri, interessati alle bellezze architettoniche e paesagistiche del sito, che vedi all’inizio del percoso e poi non li vedi più, mano a mano che passa il tempo aumentano i turisti locali, oppure quelli che provengono dalla vicina Arabia Saudita, tutti accomunati da un evidente quanto disdicevole scopo: immortalare la propria presenza a Petra con un selfie. Di conseguenza, si ammassano nei luoghi più pittoreschi del sito rendendo quasi impossibile il passaggio. Di norma percorrono tutto il Sik e si fermano davanti al Tesoro, e per molti la gita a Petra finisce qui. I più ardimentosi affittano un dromedario e si fanno scorrazzare per gli immediati dintorni, che di solito riguardano le zone più facili da raggiungere, anche a piedi.
Come è facile capire, si tratta di un motivo più che sufficiente per sopportare l’alzataccia mattutina e affrontare Petra nel momento forse più unico che raro in cui è tutta a tua disposizione.