Ritorno a Yangon con qualche imprevisto…

…continua dalla pagina precedente

Finalmente si torna a Yangon

L’indomani mattina il sole ci dà il benvenuto dalle fessure irregolari delle nostre finestre. Con la luce la nostra camera assume tutto un altro aspetto, più benevolo e rassicurante, malgrado adesso emergano tutte le pecche di questi vecchi alberghi di provincia: la tappezzeria è strappata in vari punti, le macchie di umido sono dappertutto, la sedia ha una gamba più corta delle altre, il telefono ovviamente non funziona (Sonny ci viene a chiamare di persona). Ma adesso niente ci importa di più che raggiungere l’aeroporto e imbarcarci finalmente sul nostro volo per Yangon.

L’immagine di copertina di questo post fotografa la fase finale di questa avventura. E’ probabile che traspaia da essa la sensazione di scampato pericolo che in quel momento dominava i nostri sensi. Un altro rinvio, infatti, e anche per noi si sarebbe rotta la catena delle coincidenze che ci avrebbero permesso di tornare finalmente a casa. Ma come si nota, il cielo era limpido e il veicolo in ottime condizioni, malgrado le eliche.

Il volo è andato liscio come meglio non si poteva sperare. Anche a Yangon, dove Sonny ci ha riservato una camera di albergo ad ore per rifocillarci e rimetterci in sesto in vista del volo successivo, non c’erano tracce di nubifragi o cataclismi di altra natura. Tutto come lo avevamo lasciato 15 giorni prima, nè più nè meno. Abbiamo quindi trascorso le nostre ultime ore in Birmania bighellonando per l’albergo a 5 stelle dove, tra l’altro, era in corso un interessante convegno internazionale di intagliatori di gemme preziose. Se avessi avuto più tempo a disposizione, penso che mi sarei infiltrato per dare un’occhiata…

Lascia un commento