Le cicogne del Marocco, simboli di fertilità e speranza

Un paesaggio tipico marocchino è caratterizzato da un elemento che, a prima vista, potrà apparire secondario. Basta alzare lo sguardo e focalizzarlo su ciò che si intravede sui tetti delle case, in cima ai minareti, sui pali della luce. Parlo dei nidi di cicogne, che in alcune aree sono così numerosi da contendere lo spazio delle città alle antenne satellitari. La maggior parte sono così grandi e stratificati da anni e anni di soggiorno che sembrano dei torrioni di difesa medievali. In campagna, non è raro vederne uno su ogni palo della luce, e questo per chilometri e chilometri.

Le cicogne del Marocco, insomma, sembrano essere una vera istituzione del paese. E in effetti sono amate e tollerate come forse nessun altro animale costretto a convivere con noi umani. La specie più diffusa è la “ciconia ciconia” (cicogna bianca), un uccello dalle lunghe zampe rosse e il becco affilato dalle dimensioni considerevoli, tanto da non passare certo inosservato. Questi trampolieri in realtà sono uccelli migratori, e in teoria alla fine di ogni estate dovrebbero spostarsi al sud, verso climi più idonei. Ma non è raro vedere coppie di individui che preferiscono restare nei loro comodi e (soprattutto) sicuri rifugi, al riparo da pericoli, inconvenienti, penuria di cibo, aspettando pazientemente che giunga la nuova stagione degli amori.

Un nido sulle mura di Meknes

Ad ogni modo le cicogne giugono in Marocco all’inizio della primavera. Stabiliscono i loro imponenti nidi su tutto ciò che di aguzzo e isolato possano trovare: minareti, tetti di case tradizionali, alberi secolari e, come accennato, pali della luce. La loro presenza viene interpretata dai marocchini come l’indicatore del cambiamento di stagione e l’inizio di un periodo di abbondanza. Le cicogne restano nel paese per tutta l’estate, allevando i loro piccoli, e poi, con l’avvicinarsi dell’autunno, intraprendono il loro lungo e spettacolare viaggio migratorio verso l’Africa subsahariana, dove troveranno un clima più caldo e cibo in abbondanza.

Tutto ciò ha associato questi animali alla buona fortuna e alla prosperità. Si crede che la loro presenza porti benedizioni alla casa o alla comunità in cui decidono di nidificare. Vedere una cicogna che costruisce il suo nido su un edificio è spesso interpretato come un presagio positivo, un segno che la felicità e l’abbondanza sono in arrivo. La verità probabilmente è più prosaica:  le cicogne si nutrono di insetti e piccoli animali che potrebbero essere dannosi per i raccolti, contribuendo così indirettamente alla salute dell’ecosistema agricolo. Per questo sono bene accolte in quasi tutti gli ambienti umani.

Cicogne a Marrakech

Malgrado siano considerate quasi sacre, le cicogne del Marocco hanno bisogno di essere costantemente tutelate. Le sfide a cui sono sottoposte sono le stesse di molte altre specie migratorie: la perdita progressiva di habitat, l’uso di pesticidi, il cambiamento climatico. Tuttavia bisogna riconoscere che il governo marocchino e diverse organizzazioni ambientaliste sono corse tempestivamente ai ripari e da anni si attivano in modo efficace per proteggere queste magnifiche creature. Oggi in Marocco la conservazione della cicogna bianca è considerato un impegno collettivo per preservare una parte essenziale del patrimonio naturale del Marocco.

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