Controlli di confine tra Cina e Hong Kong: dove entrare e come prepararsi

Un tempo, entrare ad Hong Kong proveniendo dalla Cina continentale richiedeva un visto ad hoc. Un secondo visto, insomma, il che significava un significativo raddoppio di costi e di scocciature burocratiche. Ma non era poi così bizzarro, conoscendo il passato coloniale britannico della metropoli asiatica. Hong Kong era (e lo è ancora) una cosiddetta Regione Amministrativa Speciale (SAR) che godeva (e gode tuttora) di alcuni diritti/privilegi quali una valuta separata, un sistema di governo autonomo, un regime economico indipendente. E quindi di un confine internazionalmente riconosciuto.

Tutto ciò è decaduto dal 2024, quando la Cina (e tutte le sue Regioni speciali – tranne ovviamente il Tibet) hanno abolito il visto per ragioni di turismo o di studio. Ciò però non ha abolito le consuete pratiche di vigilanza sull’immigrazione: il confine tra Cina e Hong Kong è ancora oggi un confine a tutti gli effetti, quindi regolato da controlli rigorosi e distinti da quelli che si riscontrano in altre provincie cinesi. Pertanto, chiunque attraversi questo confine deve sottoporsi a controlli di immigrazione sia per lasciare il territorio da cui proviene, sia per entrare nel territorio di destinazione.

La procedura di immigrazione può variare a seconda del punti di attraversamento, ma in genere risponde a dei criteri piuttosto rigidi (più per i turisti, meno per i pendolari). Nel caso di ingresso a Hong Kong proveniendo da una qualsiasi città cinese, i passaggi più utilizzati dai turisti sono, nell’ordine di frequentazione:

  • la Stazione ferroviaria di West Kowloon (per i treni ad alta velocità), uno dei punti in cui le procedure sono più fluide che altrove, visto che sia quelle di entrata che di uscita sono co-localizzate nella stessa stazione.
  • Attraversamenti via metro o a piedi (Luohu, Lo Wu e Futian): sono punti di confine molto trafficati, specie da pendolari provenienti/diretti a Shenzhen, a volte spaventosamente intasati.
  • Per chi sceglie il trasporto su gomme (Bus, taxi o auto private) i punti di ingresso sono Shenzhen Bay Port, Huanggang Port e l’avveniristico ponte Hong Kong- Zhuai-Macao (HZMB). E’ il modo in cui sono entrato io a Hong Kong, proveniendo da Shenzhen, nel lontano 2010, quando i treni veloci, in Cina, erano limitati alla rotta Pechino-Shanghai. Non mi ricordo particolari difficoltà doganali ma ciò che mi è rimasto impresso è il magnifico panorama che si gode dal ponte e che spazia su tutta la baia, compresa l’isola di Macao.
  • Principalmente da Macao, ma anche da altre zone della Cina costiera, è possibile prendere il traghetto, che approda ad Hong Kong più o meno nella stessa area dove arrivano le auto e gli autobus.
  • Infine, ultimo ma non meno importante, lo scalo dell’aeroporto internazionale di Hong Kong (HKIA): qui le procedure di immigrazione sono le stesse di qualsiasi altro aeroporto del mondo, le file alla dogana sono tollerabili e le procedure leggermente meno rigide rispetto ad altri ingressi.

Se si proviene dalla Cina, il transito avviene in modo diverso, a seconda del punto di attraversamento. Questo significa camminare per un breve tratto, prendere un autobus navetta (come ho fatto io), o semplicemente spostarsi all’interno della stessa stazione (come a West KowLoon). Ad ogni modo, le procedure di ingresso non cambiano e prevedono di presentarsi ai banchi dell’immigrazione  muniti di passaporto e di una buona dose di pazienza. Senza dimenticare di compilare, possibilmente prima, la Carta di Arrivo (Arrival Card), ovvero un modulo in cui occorre indicare i propri dati personali, il numero del passaporto, l’indirizzo di soggiorno a Hong Kong, la durata del soggiorno e lo scopo del viaggio. Senza questo documento a Hong Kong non si entra, quindi è bene pensarci per tempo e, soprattutto, non commettere errori. Se è tutto in regola, viene apposto un timbro di ingresso sul passaporto con la data di arrivo e la data massima di soggiorno consentita.

I tempi di attesa al confine tra Hong Kong e Cina sono variabili e dipendono dal punto scelto per attraversare il confine. Direi che in genere l’affollamento è massimo durante le ore di punta (per la presenza di lavoratori transfrontalieri), i weekend e le festività cinesi o di Hong Kong. E’ quindi opportuno mettere in conto lunghe ed estenuanti file di alcune ore. Poco male: a Hong Kong il “Great Firewall” (la censura su alcuni siti internet) non funziona, e quindi si può ammazzare il tempo con le app e i social più amati.

 

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